TESSLINE: ancora un'altra truffa online


Perchè ancora oggi molti risparmiatori diventano facili vittime di truffe finanziare abboccando al facile guadagno proposto?
TESSLINE: ancora un'altra truffa online

Pare impossibile che in una società oramai perennemente connessa, con una disponibilità di informazioni praticamente infinita su qualunque argomento o aspetto della vita quotidiana, dalla medicina, alla politica, alla finanza, ci siano ancora persone che possano cadere vittime dell’ennesima truffa online, spesso organizzata anche grossolanamente.

Eppure succede o forse è proprio per questi motivi  che succede: la marea di informazioni che ci cadono addosso in ogni istante, unitamente, va detto, all’ignoranza (nel senso stretto del vocabolo) che non consente di discernere fra fake news e realtà, lascia facile gioco ad alcuni spregiudicati disonesti che con una piccolissima organizzazione di uomini e mezzi riescono ad estorcere  denaro a giovani e vecchi, a uomini e donne, spesso a persone con mezzi limitati o senza lavoro che sperano nella svolta della vita, con questo realizzando fra l’altro  l’aspetto più fastidioso di queste storie, ovvero la truffa ai danni di soggetti deboli.

TESSLINE, l’ennesima società con un improbabile domicilio irlandese, ma soprattutto con l’ “impossibile mission” del facile guadagno, è stata recentemente inibita dalla Consob a proseguire nella sua attività non autorizzata di raccolta di risparmio, non senza però essere sparita nel nulla prima dell’intervento dell’autorità di controllo. Non è nostro compito indagare sulla vicenda, c’è un’indagine (tardiva) in corso e vedremo quel che succederà (probabilmente niente!).

Quel che è, invece, interessante è cercare di capire come e perché l’approccio all’investimento presenti una dicotomia comportamentale da parte dei risparmiatori francamente poco razionale e a volte incomprensibile.

Basta fare una ricerca online con il nome della Tessline di turno per scoprire che la superficialità nella valutazione della decisione di affidare i propri risparmi a sconosciuti è il denominatore comune in casi di questo genere.

Nella mia trentennale esperienza di consulente finanziario ho incontrato risparmiatori di ogni tipo, di diversa cultura, di diversa estrazione sociale, di differente approccio al mondo della finanza; tutti però, indistintamente, sempre molto accorti nei confronti della gestione dei propri risparmi, per lo meno a parole nella consueta indagine conoscitiva iniziale che ogni professionista è tenuto a fare; chi di noi fa questo lavoro conosce la diffidenza iniziale che ci viene riservata al primo incontro, le domande sulla solidità della azienda con cui lavoriamo così come quelle sui rischi dell’investimento: quante volte abbiamo sentito la frase “ non voglio perdere una lira” , salvo poi scoprire che le stesse persone hanno già investito su consiglio del solito amico bene informato, magari in soli due o tre titoli azionari, alla faccia della diversificazione del rischio o peggio, sono state già vittima di disavventure finanziarie “fai da te”?

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Perché è  più facile affidare i propri risparmi a una società sconosciuta, nascosta dietro uno schermo di un pc di cui non si conosce  nient’altro se non  le improbabili recensioni positive lasciate online da chissà chi e la (troppo) facile promessa di guadagni a due cifre, piuttosto che a un’azienda anche blasonata, magari di estrazione bancaria o quotata in borsa, che vanta spesso decine se non centinaia di migliaia di clienti, con un portafoglio prodotti quasi illimitato, per il tramite di un professionista in carne e ossa, titolato e abilitato all’esercizio di quell’attività e che affronta il problema dell’investimento in maniera razionale?

Sicuramente le motivazioni saranno svariate, ma forse qualche ipotesi possiamo azzardarla:

1.    Certamente l’illusione del facile guadagno, magari investendo pochi euro, è la sirena che ammalia ciascuno di noi, anche se tutti più o meno consapevolmente, realizziamo che non esiste guadagno senza rischio: ma quando la sirena suona, anche il più smaliziato degli scommettitori può perdere il lume della ragione e il motivo risiede nell’Ego

2.    L’Ego è quella vocina che ci convince che quella squadra vincerà, che quel titolo salirà o che quel numero che non esce da 6 mesi stavolta lo farà e se sbagliamo è solo momentaneamente, alla fine vinceremo noi... E se poi anche quel tizio a cui abbiamo dato l’amicizia su facebook (ma che non abbiamo mai visto in faccia) ci ha detto che il giochetto funziona, allora possiamo stare tranquilli. E qui affrontiamo forse l’aspetto meno comprensibile della questione e il più subdolo e cioè

3.    Il ruolo mediatico dei social o comunque del web in genere: oggi quel che è scritto sul web assume di per sé un’ufficialità, quasi una sacralità, un tempo riservata solo ai grandi mezzi di comunicazione con la differenza che su questi ultimi  le notizie (più o meno vere, sia chiaro) vengono diffuse da un organo al cui servizio ci sono i “reporter” (dall’inglese “to report”) la cui professione è appunto quella di riportare e commentare notizie, persone che hanno fatto del proprio lavoro una missione a volte  anche pericolosa; viceversa sul web, in omaggio a un principio di democrazia universale su cui si potrebbe anche dissentire, chiunque può scrivere quel che gli passa per la testa e più siamo d’accordo con quello che leggiamo più affidabilità gli  riconosciamo al punto da condividere con lui poi anche aspetti della nostra quotidianità che una volta avremmo tenuto  riservati. Da qui il passo a fidarsi di quel che leggiamo e a condividere anche noi le sue esperienze è breve. Anche in questo caso, una certa consapevolezza ci ricorda che non è tutto oro quel che luccica, ma facilmente i primi due attori, la sirena e l’Ego, prendono il sopravvento e ci invitano all’azzardo. E già pregustiamo la gratificazione che avremo poi nel dire a noi stessi o raccontare ai nostri amici che avevamo ragione.

Purtroppo, però, l’esperienza dovrebbe insegnare il contrario: il facile guadagno non esiste se non in rarissimi fortunosi episodi nel sistema legalizzato di giochi e lotterie; esiste, al contrario, un’altissima probabilità di perdita, nel caso delle numerosissime iniziative che fioriscono online e che ci invitano ad investire sulla scommessa più in voga del momento, sia essa una moneta virtuale o reale, o la commodity di turno. E immancabilmente queste iniziative sono sempre accompagnate da recensioni positive di persone che hanno investito e guadagnato, recensioni ovviamente poste lì ad arte.

E allora riflettiamo: perché lo scopritore di quel metodo infallibile per fare soldi dovrebbe condividere con degli sconosciuti la sua scoperta? Che cosa lo spinge a mettere in piedi una sia pur piccolissima organizzazione, rischiare (purtroppo poco) di incappare nei controlli di questa o di quella autorità di vigilanza per raccogliere adesioni quando più proficuamente potrebbe starsene su una barca in un qualche paradiso fiscale (perché tanto è da lì che manovrano il gioco) ad investire su dollari, yen e oro, sfruttando informazioni e metodi riservatissimi e fare palate di soldi?

Impariamo a diffidare di queste iniziative, se possibile denunciamone l’attività, fidiamoci di chi questo lavoro lo fa per professione, così come facciamo quando scegliamo un notaio o un medico e informiamoci sulle condizioni esistenti su un determinato mercato e sulle proposte di investimento prima di fare una scelta, così come facciamo il giro dei concessionari di auto della nostra città prima di acquistare una macchina.

 

Articolo del:


di Antonio Russo

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