I diversi regimi della tassazione


Esistono tre tipologie di regimi di tassazione delle rendite finanziarie: differenze e vantaggi
I diversi regimi della tassazione

Nel nostro Paese, il legislatore ha previsto la tassazione di tutti i proventi che derivano dagli strumenti finanziari e degli investimenti, anche se in maniera differente in base alla tipologia di strumento finanziario, alla società o ente emittente o a seconda che siano redditi da capitale oppure redditi diversi di natura finanziaria, ecc (per approfondire l’argomento leggi l’articolo "Tassazione delle rendite finanziarie").

In ogni caso, esistono tre regimi di tassazione previsti dal nostro ordinamento:
- regime della dichiarazione dei redditi
- regime del risparmio amministrato
- regime del risparmio gestito

Prima di vedere le caratteristiche dei tre regimi, è bene chiarire che i redditi da capitale sono quelli che derivano direttamente dall’investimento fatto (cedole delle obbligazioni, dividendi delle azioni, interessi sui conti correnti o sui depositi, ecc). I redditi diversi di natura finanziaria, invece, sono i proventi o le perdite (ovvero le plusvalenze o le minusvalenze) che vengono generate quando si vendono/acquistano strumenti finanziari (ad esempio come le azioni e le obbligazioni.A titolo esemplificativo, i proventi derivanti dalla cedola obbligazionaria sono redditi da capitale, il guadagno/perdita che si ottiene dalla vendita della stessa obbligazione è considerata plusvalenza/minusvalenza.

Per quanto riguarda il regime della dichiarazione dei redditi, i redditi da capitale vengono tassati direttamente dalla banca o dall’intermediario scelto per conto dell’Erario poiché operano come sostenuti di imposta. Mentre i proventi (cioè le plusvalenze), devono essere tassati in sede di dichiarazione dei redditi. L’onere del calcolo e del versamento dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze (al netto delle minusvalenze) è a carico del contribuente che ha realizzato la plusvalenza in sede di dichiarazione. Da sottolineare che le plusvalenze sono soggette a tassazione separata (e quindi non confluiscono nel reddito complessivo). Inoltre, se le minusvalenze sono maggiori delle plusvalenze, la differenza può essere dedotta dalle plusvalenze entro i quattro anni successivi.

Per quanto riguarda il regime del risparmio amministrato, il contribuente che investe delega l’intermediario a provvedere a tutti gli adempimenti fiscali relativi, ovviamente, sui redditi da capitale, ma anche sulle plusvalenze realizzate da ogni singola operazione finanziaria. Anche in questo caso, se le minusvalenze sono maggiori delle plusvalenze, la differenza può essere dedotta dalle plusvalenze entro i quattro anni successivi. Se, poi, entro i quattro anni, il contribuente interrompe i rapporti con l’intermediario, quest’ultimo deve consegnare all’ex cliente una certificazione delle minusvalenze residue, in modo che il contribuente possa dedurle negli anni successivi (sempre entro il quarto anno, però).

Per quanto riguarda il regime del risparmio gestito, il contribuente che investe delega completamente l’intermediario a provvedere a tutti gli adempimenti fiscali sia sui redditi da capitale, sia anche sui redditi diversi di natura finanziaria. Le imposte, in questo caso, a differenza del regime del risparmio amministrato, vengono calcolate sul risultato di gestione dell’anno solare e non su ogni singola plusvalenza/minusvalenza realizzata.

Per conoscere meglio i diversi regimi e per capire quale sia l’alternativa migliore nel proprio singolo caso, è consigliabile affidarsi a un consulente finanziario esperto. Cercatelo nel nostri sito. Il primo contatto in studio è gratuito!

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