Non ce la faccio!
Molte volte ci troviamo a dire "non ce la faccio": ma perchè?

Quante volte ti sei trovato ad affermare questa frase? Quante volte ti sei sentito/a frustrato/a trovandoti di fronte ad un ennesimo muro più alto di te?
La mancata realizzazione di un obiettivo, magari importante e non riuscire a superare le difficoltà che si formano, ostacolando così il cammino, tende a creare uno stato di frustrazione e di sconforto più o meno intenso che ci avvolge in un manto di buia confusione e che fatica molto ad andarsene. A volte rimane talmente impregnato che ci forza a "buttare la spugna".
Ecco allora che nasce in noi la sconfortante affermazione "non ce la faccio".
A nulla servono mille aforismi da motivatore per farci comprendere il contrario:
1. "Non ce la faccio" è il blocco mentale che usiamo per convincerci ad arrenderci.
2. "Vietato dire non ce la faccio"
3. "Ogni giorno, qualcuno sta facendo qualcosa che qualcun altro ha detto era impossibile"
4. "Volere è potere tutto il resto sono scuse"
5. Se pensi farcela ce la fai, se pensi non farcela hai ragione"
ecc.
Stranamente questi aforismi sembrano aumentare lo stato di frustrazione: infatti sono stati scritti per quelli che ce la fanno, per quelli che riescono sempre a realizzare i loro progetti. Naturalmente anche queste persone, a volte, si trovano in questa condizione, non ne sono immuni.
Questo tipo di comunicazione tende a generalizzare, senza comprendere che dietro a ogni "non ce la faccio" c’è una persona con il suo vissuto, la sua storia, il contesto sociale, le persone intorno a loro che influiscono, la sua cultura e la sua capacità di comprensione e molto altro. Proprio per questi motivi dietro al "non ce la faccio"e al "non ci riesco" mille sfaccettature influiscono negativamente sul processo di autorealizzazione.
Analizziamo ora (per quanto sia possibile farlo in un blog!) come esempio, alcuni problemi che ci portano al nostro "non ce la faccio":
a. l’obiettivo non è il tuo ma è stato imposto da altri (es. sul lavoro) - non c’è motivazione.
b. non riesci a comprendere il problema - confusione
c. non ti interessa così tanto da poterlo realizzare - obiettivo poco coinvolgente
d. davanti a te vedi un muro insormontabile e ciò che conosci non lo scalfisce neanche - mancanza di competenze o mancanza di pensiero laterale
e. non è il tuo vero obiettivo - obiettivo diverso
f. non ha una forte carica emotiva - questo è FONDAMENTALE.
Sono diversi gli elementi che ci portano a mollare prima del previsto. Come notiamo ogni caso è da valutare singolarmente, è impossibile generalizzare su questi fatti.
Nel prossimo articolo valuteremo più approfonditamente i vari punti che possono influire sul raggiungimento degli obiettivi.
La mancata realizzazione di un obiettivo, magari importante e non riuscire a superare le difficoltà che si formano, ostacolando così il cammino, tende a creare uno stato di frustrazione e di sconforto più o meno intenso che ci avvolge in un manto di buia confusione e che fatica molto ad andarsene. A volte rimane talmente impregnato che ci forza a "buttare la spugna".
Ecco allora che nasce in noi la sconfortante affermazione "non ce la faccio".
A nulla servono mille aforismi da motivatore per farci comprendere il contrario:
1. "Non ce la faccio" è il blocco mentale che usiamo per convincerci ad arrenderci.
2. "Vietato dire non ce la faccio"
3. "Ogni giorno, qualcuno sta facendo qualcosa che qualcun altro ha detto era impossibile"
4. "Volere è potere tutto il resto sono scuse"
5. Se pensi farcela ce la fai, se pensi non farcela hai ragione"
ecc.
Stranamente questi aforismi sembrano aumentare lo stato di frustrazione: infatti sono stati scritti per quelli che ce la fanno, per quelli che riescono sempre a realizzare i loro progetti. Naturalmente anche queste persone, a volte, si trovano in questa condizione, non ne sono immuni.
Questo tipo di comunicazione tende a generalizzare, senza comprendere che dietro a ogni "non ce la faccio" c’è una persona con il suo vissuto, la sua storia, il contesto sociale, le persone intorno a loro che influiscono, la sua cultura e la sua capacità di comprensione e molto altro. Proprio per questi motivi dietro al "non ce la faccio"e al "non ci riesco" mille sfaccettature influiscono negativamente sul processo di autorealizzazione.
Analizziamo ora (per quanto sia possibile farlo in un blog!) come esempio, alcuni problemi che ci portano al nostro "non ce la faccio":
a. l’obiettivo non è il tuo ma è stato imposto da altri (es. sul lavoro) - non c’è motivazione.
b. non riesci a comprendere il problema - confusione
c. non ti interessa così tanto da poterlo realizzare - obiettivo poco coinvolgente
d. davanti a te vedi un muro insormontabile e ciò che conosci non lo scalfisce neanche - mancanza di competenze o mancanza di pensiero laterale
e. non è il tuo vero obiettivo - obiettivo diverso
f. non ha una forte carica emotiva - questo è FONDAMENTALE.
Sono diversi gli elementi che ci portano a mollare prima del previsto. Come notiamo ogni caso è da valutare singolarmente, è impossibile generalizzare su questi fatti.
Nel prossimo articolo valuteremo più approfonditamente i vari punti che possono influire sul raggiungimento degli obiettivi.
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