Richiedi una consulenza in studio gratuita!

Commerciabilità o meno degli incassi di associazioni non ETS


Non tutte le associazioni si iscrivono al nuovo Registro Unico del Terzo Settore: cosa accade per loro in merito agli incassi dai soci o partecipanti?
Commerciabilità o meno degli incassi di associazioni non ETS

Il Decreto Legislativo numero 117 del 3 luglio 2017 costituisce il cosiddetto “Codice del Terzo Settore”, ovvero una raccolta codificata ed organica di norme che disciplinano solo ed esclusivamente gli enti non commerciali (ad esempio, associazioni od organizzazioni di volontariato) che si iscriveranno ad un Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS).

Tratteremo in un altro articolo le modalità di iscrizione a detto registro.

Cosa accade, invece, alle associazioni che non si iscrivono?

Per esse continueranno ad essere applicate le norme tributarie in vigore mentre alcune norme di carattere civilistico saranno di fatto abrogate con l'entrata in funzione del RUNTS (ad esempio, le norme in vigore per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, di fatto obbligate a iscriversi al suddetto registro).


Il caso delle associazioni che non si iscrivono al RUNTS

Per questa tipologia di associazioni continueranno ad applicarsi le seguenti norme di tipo tributario:

1.    Articolo 143 comma 3 TUIR (DPR 917/1986) (tema le raccolte pubbliche di fondi e i contributi pubblici);

2.    Articolo 144 commi 2,5 e 6 TUIR (DPR 917/1986) (tema gli obblighi contabili);

3.    Articolo 148 TUIR (DPR 917/1986) (enti di tipo associativo);

4.    Articolo 149 TUIR (DPR 917/1986) (perdita della qualifica di ente no profit);

5.    Legge n. 398/1991 (sistema forfettario di determinazione del reddito per ASD e altre tipologie di enti no profit).

 

Le attività commerciali e non commerciali delle associazioni non ETS

La base normativa è, dunque, da ricercarsi nell'articolo 148 del TUIR sopra citato.

In generale, non sono considerate “commerciali” le attività svolte dalle associazioni nei confronti dei soci, associati o partecipanti se conformi alle attività istituzionali.

Questa premessa generale non è, però, sufficiente per chiarire la norma in vigore: vediamo allora di esaminare due casi concreti di incassi, i più ricorrenti nella fattispecie generale sopra citata: il caso dei contributi o quote associative e quello dei corrispettivi (o contributi) per lo svolgimento di servizi o cessione di beni inerenti i fini dell'associazione.

 

Le quote associative

Questi incassi hanno la caratteristica che sostengono l'associazione senza una diretta prestazione di servizio ricevuta dal socio: vanno a coprire le spese generali di funzionamento e organizzazione dell'associazione attinenti ai fini istituzionali (non commerciali) dell'ente.

Sono spesso richieste in fase di iscrizione all'associazione e di mantenimento dell'iscrizione, ma attenzione, possono anche riguardare eventi straordinari con spese non preventivate, ma necessarie a mantenere in vita l'associazione stessa.

Questa tipologia di incassi è considerata non commerciale purché chiaramente l'associazione svolga attività istituzionale in modo concreto e veritiero.

Il socio riceve in cambio della quota il diritto di partecipare alla vita associativa, così come regolato nello statuto e/o nei regolamenti interni, ma non riceve una prestazione specifica di un servizio o di un bene.

Le quote associative dovrebbero coprire le spese generali, come ad esempio il costo del commercialista o l'affitto della sede.

 

I contributi ai corsi e alle attività svolte dall’associazione

In questo caso vale la pena di “accendere” la classica “lampadina”.

Si tratta degli incassi dei corrispettivi che vengono chiesti per partecipare a un corso, un seminario, un convegno o un qualsiasi evento oppure per la cessione di qualche bene (ad esempio magliette, gadgets, beni autoprodotti in laboratori didattici ecc...).

Per evitare che si debba aprire una partita IVA ed emettere fattura e, quindi, considerare non commerciali tali incassi, rammentate il seguente vademecum:

1.    Gli eventi, i corsi o i seminari devono rientrare nell'attività istituzionale prevista dallo statuto e nei fini generali di tipo sociale che l'ente dovrebbe perseguire in via prioritaria;
2.    Non ci deve essere un'organizzazione “rilevante” a monte;

3.    Solo i soci o partecipanti all'attività possono accedere ai servizi offerti o ricevere i beni proposti dall'associazione;

4.    Il prezzo richiesto non deve essere superiore ai costi diretti che l'associazione sostiene per produrre quel servizio o quel bene.

Approfondiremo casi specifici di associazioni in un altro articolo; tuttavia, a corredo del sopra citato vademecum mi preme rilevare che occorre la massima attenzione in caso di pubblicizzazione di eventi e corsi: una massiccia campagna pubblicitaria (come talvolta osservo per corsi di vario tipo) potrebbe configurare agli occhi del fisco un'organizzazione ai sensi del punto 2 obbligando l'associazione ad aprire una partita IVA e a tenere le scritture contabili.

Infine, sottolineo che anche la figura del “partecipante” tutela in qualche modo l'associazione, soprattutto nel caso di associazioni culturali che svolgono attività a favore di scolaresche e studenti.

Last but not least, la difficoltà di applicazione del punto 4: i costi diretti! E' curioso come il fisco rimandi ad un concetto tanto caro a chi trascorre o ha trascorso ore e ore su libri di ragioneria applicata ed economia aziendale! Ma lo spiegheremo...

https://www.patreon.com/user?u=114726534&fromConcierge=true

Articolo del:



L'autore dell'articolo non è nella tua città?

Cerca un professionista con le stesse caratteristiche a te più vicino.

Cerca nella tua città o in una città di tuo interesse

Altri articoli del professionista

Le nuove norme sulle funzioni di controllo e revisione nelle società

Entro il 16 dicembre 2019 le SRL devono verificare il necessario adeguamento del proprio statuto alle disposizioni del nuovo articolo 2477 del Codice Civile

Continua

I soci lavoratori e i soci volontari nelle cooperative sociali

I soci lavoratori e i soci volontari nelle cooperative sociali, tra la normativa in vigore, la nuova disciplina dell'Impresa Sociale e la Riforma del Terzo Settore

Continua

SRL unipersonali: i rapporti tra socio unico e società. Chi rischia?

SRL unipersonali: una forma giuridica scelta molto spesso nelle micro imprese. Quali rapporti tra la società e il socio unico? Responsabilità verso i terzi e il fisco

Continua

Enti No Profit: i controlli del revisore

Con la riforma del Terzo Settore compare sempre piu' spesso per un ente non commerciale la necessità o anche la volontà di affidarsi a un organo di revisione

Continua

Fare l'amministratore di SRL: diritti, doveri e responsabilità

Ecco quali sono i principali doveri e le principali responsabilità di chi fa l'amministratore unico o in collegio di una SRL, società a responsabilità limitata

Continua

La mutualità prevalente nelle società cooperative

Quando le società cooperative possono accedere a diversi benefici di legge: il requisito della "mutualità prevalente"

Continua

Le società sportive dilettantistiche a responsabilità limitata

Le societa' sportive dilettantistiche: fare attivita' sportiva con una società di capitali. Le caratteristiche, la tassazione, la contabilità

Continua

Auto fatturazione di beni e servizi per imprenditori e professionisti

Dobbiamo far "uscire" dalla nostra attività d'impresa o professionale un'auto o un altro bene? Stiamo chiudendo l'attività e dobbiamo fare l'autofattura? Ecco come fare

Continua

Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore ai nastri di partenza

E' ormai pronto al decollo il nuovo Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS). Vediamone le principali caratteristiche e modalità operative

Continua

La gestione dei bar nei circoli privati e nelle associazioni

La normativa tributaria e gli orientamenti dei giudici sulla gestione di bar nei circoli privati. La normativa di favore delle APS e la riforma del Terzo Settore

Continua

La società a responsabilità limitata semplificata (SRLS)

Cosa differenzia una SRL semplificata da una ordinaria? Quali sono i costi di avvio e di mantenimento? Cosa non può fare una SRLS? Conviene costituirla?

Continua

Associazioni e legge di Bilancio 2021: obbligatoria la partita IVA?

Il disegno di legge di Bilancio 2021 prevede una modifica normativa per la disciplina tributaria dei rapporti tra associazioni e soci. Sarà obbligatoria la partita IVA?

Continua

ASD e attivita' “borderline”: quando sono detassate?

Quando una attività particolare svolta dalla ASD verso i propri soci o i tesserati viene considerata commerciale e quando detassata? Esaminiamo alcune casistiche comuni

Continua

Il nuovo regime fiscale delle associazioni di promozione sociale (APS)

Il nuovo regime fiscale per le attività commerciali svolte dalle associazioni di promozione sociale (APS). Vediamo quali sono i grandi vantaggi di rimanere APS

Continua

L'Organo di Controllo obbligatorio negli Enti del Terzo Settore (ETS)

L'Organo di Controllo obbligatorio negli ETS (Enti del Terzo Settore): caratteristiche e rapporti con la funzione di revisione contabile. Chi puo' farne parte?

Continua

La contabilità istituzionale degli enti non commerciali

Quali sono gli obblighi in termini contabili di un ente non commerciale? Esaminiamo in questo articolo le basi dei bilanci, ovvero le scritture contabili

Continua

APS, ODV, ETS: tariffe dei servizi e la non commercialità

i limiti alla fissazione delle tariffe nell'ambito delle attività di interesse generale di un ETS e il mantenimento della qualifica di ente non commerciale

Continua

Partita IVA per tutte le Associazioni: proroga al 2025

Una proroga di sei mesi che non cambia il quadro normativo futuro: per gli Enti del Terzo Settore e per tutte le Associazioni la partita IVA diventa un obbligo

Continua

Il lavoro sportivo nelle ASD e nelle SSD a responsabilità limitata

La riforma del lavoro sportivo è entrata in vigore il 1° luglio 2024. Riassumiamo, con parole semplici, alcune delle novità in vigore

Continua

Estinguere i propri debiti tramite il Tribunale: l'esdebitazione

Non tutti sanno che, per chi è sfortunato nella vita ma ha dimostrato una condotta meritevole, esiste la possibilità di ripartire da zero, cancellando i propri debiti

Continua