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Tra saluto-genesi e pato-genesi: stile di vita, diagnosi e trattamento


Saluto-genesi, fattori protettivi della salute, fattori di rischio patogenetico, disturbi clinici e di personalità, diagnosi e trattamento
Tra saluto-genesi e pato-genesi: stile di vita, diagnosi e trattamento

 

 

 

 

 

 

 

 

La salutogenesi

Per valutare lo stato di salute di una persona, oggi si osserva non solo il suo aspetto fisico o psichico, ma si prende in considerazione il rapporto tra aspetti biologici (il corpo e gli aspetti genetici), psicologici (la mente, l'anima e le emozioni) e sociali (relazioni in famiglia, in comunità e in una determinata cultura).

Questo mio articolo vuole essere uno spunto per una riflessione  sull'assunto che non possiamo etichettare una persona come sana o come patologica, ma dovremmo imparare a valutare le condizioni di salute e di malattia psichica lungo un continuum dimensionale sul quale si muovono diverse variabili che proteggono la salute o portano disturbi psichici più o meno gravi.

• Sul versante squisitamente psicologico, per lavorare in modo efficace sulla promozione della salute, la prevenzione, la gestione dello stress, è necessario programmare interventi rivolti a giovani e adulti per rinforzare le abilità di coping, i processi di auto-stima, di assertività, l’hardiness, l’empowerment e la capacità di rilassarsi.

Da tempo sono stati riconosciuti alcuni fattori importanti che sembrano costruire una sorta di Sistema Psico-Immunitario che tutela le persone dagli eventi stressanti. Si tratta di caratteristiche individuali che si possono sviluppare nel corso della crescita che predispongono ad interagire  con l’ambiente creando circolarità di rinforzo retroattivo.

 

 

Fattori protettivi della salute

I principali fattori protettivi della salute psicologica sono:

• La resilienza: la capacità di proteggere la propria integrità, è quella forza interiore che consente di reagire ai colpi della vita, di risollevarsi e di ricostruirsi. Costituisce la tempra necessaria per reagire ad eventi stressanti;

• L’intelligenza emotiva interpersonale: padronanza, tolleranza, e gestione dello stress. Si manifesta attraverso la comprensione degli stati mentali propri e altrui: empatia, auto protezione, valorizzazione di sé e degli altri;

Entusiasmo, autorevolezza, alta efficacia comunicativa;

• L’empowerment: atteggiamento che fa leva sulle risorse della persona e che consente di superare i problemi in modo efficace. E’ il processo attraverso il quale gli individui accrescono la possibilità di controllare la propria vita, assumono la padronanza di abilità e capacità che rafforzano il senso di sé e una consapevolezza critica della realtà, stimolando l’azione collettiva e la mobilizzazione delle risorse. 

Competenze di coping: il coping è l’insieme di sforzi o tentativi per gestire gli eventi ritenuti difficili o superiori alle nostre risorse (riuscire a farcela con le proprie risorse a livello personale e ambientale);

• L’Hardiness: significa tenacia e resistenza e l’Hardiness implica impegno inteso come desiderio di rendersi responsabili, controllo o scelta intesa come percezione di poter incidere sulla realtà e sfida o iniziativa intesa come potente stimolo alla crescita;

• Gli stili di vita: rituali fisiologici importanti per tutelare sonno, alimentazione e attività fisica e imparare a gestire lo stress eccessivo senza uso di sostanze (fumo, alcool e droghe);

• L' Autostima e l' assertività: sono processi di auto-sostegno che ci danno la possibilità di fronteggiare gli eventi della vita in modo piu’adattivo e solido;

• La capacità di rilassarsi: saper stare nel presente e concentrarsi non solo sugli impegni, ma anche sul qui e ora delle proprie sensazioni corporee;  

• Il primo passo importante è dirigere l’attenzione su se stessi, imparare a pensare non al domani o al passato o ai compiti e prove future, ma cogliere l’hic et nunc – il qui ed ora –, imparare a vivere il presente. La disposizione all’introspezione e l’atteggiamento interiore sono fattori essenziali per imparare a rilassarsi, per trovare la calma, per potenziare la concentrazione, per gestire l’ansia e lo stress.

 

 

Fattori di rischio pato-genetici

Nei primi anni di vita i fattori di rischio patogenetico sono diversi:

Scarsa qualità delle relazioni di attaccamento: attaccamento insicuro/ansioso o insicuro/ambivalente o  disorganizzato;

Inefficacia nelle capacità genitoriali: assenza di metodi educativi e assenza di strategie di coping efficaci; scarsa capacità di ascolto e comprensione dei sentimenti altrui; difficoltà nei confini e nelle assunzioni di responsabilità;

Alto livello di avversità familiare: traumi, abusi, violenze, pericolosità familiare e mancanza completa di cure;

Caratteristiche del bambino: vulnerabilità biologica, deficit gravi delle funzioni neuro-cognitive e motorie.

In linea generale i fattori di rschio sono:

Momenti critici del ciclo vitale: esistono nella vita di ciascuno, tanto a livello individuale che familiare, momenti, età e situazioni critiche nelle quali la persona deve imparare a trovare una forma di adattamento per non incorrere in disturbi psicopatologici;

Eventi stressanti particolari: possono essere eventi negativi (una grave perdita, un incidente, il licenziamento dal lavoro, una conflittualità con parenti o amici, un sovraccarico di impegno, una malattia fisica) oppure eventi positivi (l’inizio di un nuovo lavoro, il matrimonio, la nascita di un figlio, etc) in cui è importante saper compiere delle scelte consapevoli;

Condizioni tendenzialmente stabili di stress: a prescindere da eventi o momenti del ciclo vitale, il fatto di vivere in una situazione ecologica (spazi fisici e ricchezza di stimoli) sociale (lavoro, amicizia, livello di istruzione) e sanitaria (aspetti di prevenzione, tempestività di cure) permanentemente deficitaria e povera costituisce fonte di disagio e aumenta la probabilità di disturbi.

 

 

Disturbi clinici e di personalità

Ma cosa significa disturbo?

• Il disturbo psichico è una condizione che richiede un trattamento e questa condizione è caratterizzata da sofferenza psichica associata a sintomi o segni;

• Questa condizione può essere correlata a diversi fattori di natura individuale (biologici e psicologici) e di natura ambientale (sociali, ecologici e sanitari);

• Per evidenziare il concetto di disturbo bisogna tener presente la multi-fattorialità dell’interazione tra individuo e ambiente e la sofferenza soggettiva.   

I fattori che possono indurre i fattori psichici e mentali sono:  

Biologici: condizioni organiche del soggetto comprese quelle acquisite per via ereditaria;

Psicologici: condizioni che riguardano la storia del singolo soggetto, si relaziona a se stesso e agli altri, vive la comunità, il modo in cui elabora e assimila le esperienze, gestisce gli stati emotivi e il comportamento, si adatta in modo funzionale alla realtà;

Sociali: il reddito, il lavoro, il grado di istruzione, il tipo di persone frequentate. In una società del benessere economico, dell’immagine nella quale è essenziale la competitività e la ricerca frenetica di affermazione, l’equilibro di gratificazioni e frustrazioni che si producono nel soggetto tra i familiari, i colleghi e le amicizie acquista notevole importanza.  

Ecologici: il modo in cui la persona vive lo spazio fisico (casa, luogo di lavoro, paese, città), lo spazio culturale (presenza di stimoli culturali, valori, modelli di vita) e lo spazio di relazione e isolamento, rapporti poco significativi o poveri oppure esistenza di una rete sociale che aiuta e sostiene il soggetto);

Sanitari: le possibilità di poter o non usufruire di servizi efficaci di cura, di prevenzione, informazione, assistenza accessibile ed efficiente su cui può contare il soggetto.

I disturbi clinici sono:

• Disturbi da uso e abuso di sostanze;

• Disturbi cognitivi, demenza, delirium;

• Disturbi dovuti ad una condizione medica generale;

• Schizofrenia;

• Disturbi dell’umore;

• Disturbi d’ansia;

• Disturbi somatoformi;

• Disturbi dissociativi;

• Disturbi dell’alimentazione;

• Disturbi del sonno;

• Disturbi del controllo degli impulsi;

• Disturbi sessuali;

I disturbi di personalità sono quei tratti del carattere anormali o patologici di sufficiente intensità da implicare una turba significativa del funzionamento intrapsichico e interpersonale (OF. Kernberg, 1984).

• Un disturbo di personalità rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza e nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio e menomazione (DSM IV, 1994).   

I disturbi di personalità sono:

Paranoide, schizoide e Schizotipico: ECCENTRICITA’ 

Bordeline, Narcisista Antisociale, Isterico e Istrionico: DRAMMATICITA'

Ossessivo-Compulsivo, Evitante, Dipendente: ANSIA

Nel primo gruppo (cluster) i soggetti sperimentano una figura di attaccamento come distante, incapace di un vero dialogo  o perché assente o perché invasiva.

Nel secondo (cluster) sperimentano una figura di attaccamento come minacciosa e/o manipolatrice in cui non c’ è una solida stabilità emotiva; 

Nel terzo (cluster) sperimentano una figura di attaccamento evitante e ansiosa che non permette l’esplorazione delle esperienze relazionali.   

 

 

Diagnosi e trattamento

Fare una diagnosi clinica non significa classificare o etichettare una persona in una tipologia di disturbo o patologia, ma vuol dire avere delle indicazioni sintomatologiche tenendo conto della storia del paziente, del background familiare, delle caratteristiche emotive, comportamentali e psicologiche, dell'insorgenza del disturbo e del significato del sintomo in un determinato momento storico del paziente.

Saper far una diagnosi clinica significa quindi focalizzare l’attenzione sul mondo relazionale del paziente, sulla sua evoluzione nelle relazioni di attaccamento e sulle configurazioni di personalità, ed essere in grado di definire e utilizzare un piano di trattamento efficace per il paziente che presenta una determinata forma patologica.

Infatti, 5 punti da valutare per elaborare un piano terapeutico e un intervento psicoterapeutico sono:

1) Focalizzare l’attenzione sulla situazione problematica del paziente e contestualizzarla in base alla storia di vita;

2) Osservare e individuare nel paziente il modo di costruirsi la visione di sé, degli altri e le convinzioni relazionali;

3) Inquadrare il disturbo emergente sul piano psicopatologico sia sul piano strutturale  (personalità) che su quello funzionale (manifestazione clinica);

4) Comprendere nel qui ed ora della relazione terapeutica come sta sul piano emotivo il paziente;

5) Come funziona il paziente nel filtro tra mondo esterno e mondo interno, al confine contatto.

Dopo aver individuato la richiesta legata alla problematica esplicita o implicita, aver compreso la storia di vita e la fase del contesto del ciclo di vita in cui si trova il paziente, è utile e funzionale stabilire una correlazione tra sintomi e significati, ricostruire l’evoluzione storica della dinamica dello scompenso e ampliare la consapevolezza del presente attuale per progettare il futuro con il paziente.

Qundi, da questo mio articolo si evidenzia che si può e si deve intervenire seguendo un approccio bio-psico-sociale e dimensionale, per prevenire un disturbo psichico, per conoscere e inquadrare la problematica del paziente in una singolare e specifica storia di vita e, infine, strutturare un piano di trattamento efficace e mirato.

 

www.antonellochiacchio.it

www.centrorisorseemotivelauria.it

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