Cassazione: nessun legame tra vaccini e autismo

In Italia avevano fatto scalpore e suscitato parecchio allarme alcune sentenze di merito che avevano ritenuto esistere un rapporto di causalità tra il vaccino trivalente e l’insorgenza dell’autismo nei bambini.
Nel dicembre 2007, il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza di condanna della Asl di Milano 3 statuendo che "L'autismo diagnosticato al piccolo S.V. nell'agosto 2003 è legato da nesso di causalità alla somministrazione di vaccino trivalente antimorbillo-rosolia-parotite "Morupar" effettuata in data 27/11/2002, dopo che già a distanza di due mesi da tale somministrazione, il bambino aveva iniziato a manifestare segni di sofferenza neurologica".
Nel marzo 2012 anche il Tribunale di Rimini ha riconosciuto il nesso esistente tra vaccinazione e autismo, affrontando il caso di un minore affetto da "Disturbo Autistico associato a Ritardo Cognitivo Medio".
Tale sentenza però è stata poi ribaltata dalla Corte d’Appello di Bologna la quale, al contrario, ha statuito che non c’è "alcuna possibilità di correlare con meccanismo causa effetto la comparsa di autismo alle vaccinazioni".
Ora con una sentenza del 2016 (n.12427/2016) la Corte di Cassazione pare avere posto un "macigno" sulla questione, negando decisamente la sussistenza di qualsiasi rapporto tra i vaccini e patologie come l’autismo.
Un giovane affetto da autismo aveva sostenuto la sussistenza di un nesso causale tra la sua patologia e la vaccinazione contro morbillo, rosolia e parotite a cui era stato sottoposto.
La Sezione Lavoro della Cassazione ha confermato la decisione della Corte d'Appello di L’Aquila che aveva bocciato il ricorso proposto dal giovane (attraverso la madre) avverso la sentenza con cui già in primo grado i giudici del Tribunale di Pescara avevano respinto la domanda di indennizzo e di risarcimento danni proposta dal ricorrente.
Tutti e quattro gli esperti sanitari incaricati dai magistrati della Corte di Appello «avevano escluso la sussistenza del nesso causale» tra la patologia e la vaccinazione, con l'unico distinguo per cui secondo alcuni l'autismo deriva da «una interruzione nello sviluppo cerebrale in una fase precoce della vita intrauterina», mentre secondo altri c'è una «indicazione di multifattorialità nella eziopatogenesi di tale disturbo».
In nessun caso, tuttavia, la "causa", in base alle risultanze del consulto di esperti che si sono pronunciati in questo giudizio, è ascrivibile alle vaccinazioni.
Ad avviso della Cassazione, inoltre, la Corte di Appello «ha dato conto, sul piano formale, delle competenze di ciascuno dei consulenti incaricati e così della adeguatezza dell'indagine svolta, caratterizzata dal concorso di distinte ma integrate professionalità, tra cui quella nel settore della neurologia, comprendente lo studio dei disturbi o sindromi del cosiddetto spettro autistico».
Va anche rammentato che, in verità, già 12 anni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva escluso ogni legame tra vaccini e autismo, e la stessa conclusione è stata poi ribadita da tutte le ricerche, analisi e metanalisi effettuate nei 12 anni successivi.
L’autismo oggi, sulla base delle evidenze scientifiche, è sempre più considerato una malattia che origina in epoca prenatale e in una fase precoce della gravidanza. Uno studio pubblicato nel marzo 2014 sul «New England Journal of Medicine» ha rilevato, in persone con autismo, anomalie tipiche in strutture cerebrali la cui formazione si conclude durante la vita intrauterina, molto prima, quindi, della nascita.
Avv. Sigmar Frattarelli
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