Cyber-bullismo...parliamone
Del resto, nell’era della comunicazione di massa, bombardati da stimoli multimediali che invadono la nostra coscienza, l’unico adattamento creativo che potevamo mettere in campo era la desensibilizzazione, ovvero l’innalzamento della soglia del sentire. Per i giovani che stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra vita online e vita offline è davvero minima anche perché le attività che svolgono attraverso i media tecnologici hanno delle conseguenze anche nella loro vita reale.
Una considerazione importante da fare a questo proposito è rispondere alla domanda se il VIRTUALE E’ REALE, perché il cyber-bullismo è un fenomeno virtuale. Capire che ciò che è in rete, anche se non sembra, è molto più reale dei fatti esperienziali, è fondamentale per un controllo maggiore del nostro comportamento nei confronti del web.
Tutto ciò che viene pubblicato, infatti, rimane nel tempo e anche se viene cancellato rimane in qualche altra casella della rete... e cosa ancora più importante è visibile a tutti, intendendo per tutti le milioni di persone che navigano sul web... a meno che non si usino le giuste misure di privacy.
Si può definire cyber-bullismo l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone. A differenza del bullismo, il cyber bullismo ha delle conseguenze più devastanti sulla vittima proprio a causa della sua incontrollabilità: è senza tempo, nel senso che rimane definitivamente in rete, ed è senza spazio, in quanto può raggiungere tutti coloro che si trovano in rete. Questo causa un senso di vergogna e di impotenza tali nella vittima, per cui nei casi più estremi può arrivare addirittura al suicidio.
Il cyber bullismo, può essere inteso anche come una possibile conseguenza della dipendenza da internet.
Infatti, si parla di dipendenza dalle rete, non riferendosi alle ore che i ragazzi passano su internet, ma ad un loro atteggiamento mentale che può essere:
ü il "RITIRATO SOCIALE", caratteristico di quei ragazzi che abbandonano piano piano tutti gli ambienti sociali rifugiandosi nella rete, unico mezzo di collegamento col mondo;
ü il "SOVRAESPOSTO VIRTUALE", che attraverso la rete, sfoga il proprio disagio attraverso comportamenti aggressivi, rivolti verso di sé (con il "sexting" - esibizione di parti nude del proprio corpo in rete) o verso gli altri ("cyber-bullismo" - derisione, scherno, umiliazione dell’altro).
Entrambi questi comportamenti denotano una difficoltà nell’affrontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza: accettare i cambiamenti del corpo e il distacco dai genitori molto spesso è doloroso e fonte di preoccupazione. Ecco che allora il ragazzo ricerca l’approvazione dell’altro nel caso del sexting, o di prevaricare l’altro proiettando su lui il proprio dolore e la profonda ferita narcisistica con il cyber-bullismo, attraverso delle modalità che gli permettano di non sentire nel corpo il profondo disagio che sta vivendo.
È molto diverso infatti, esprimere le emozioni tramite sms ed emoticon dal farlo di persona: è molto più difficile metterci la faccia ma, se si riesce a trovare il coraggio e ad affrontare il blocco,è sicuramente più entusiasmante e ricco; e soprattutto non da adito a fraintendimenti, perché nel "vis-a-vis" c’è la possibilità di confrontarsi e vedere l’espressione, il tono di voce e l’intenzionalità dell’altro, diversamente da quanto succede con i sms inviati tramite cellulari.
I legami d’amicizia che si instaurano, diventano allora possibilità di crescita e di sostegno e riempiono quel vuoto che spesso dà, la paura di diventare grandi.
Altro tema importante da affrontare è quello dell’EMPATIA, intesa come la capacità di mettersi nei panni degli altri capendone gli stati d’animo e i comportamenti: il cyber-bullo non è assolutamente in grado di farlo poiché non è in grado di riconoscere neppure le proprie emozioni e questo è ciò che non gli permette di creare dei legami e delle relazioni d’amicizia.
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