Tecniche per il rilassamento corporeo
Esistono molti metodi per indurre rilassamento corporeo e mentale, uno dei più conosciuti e praticati nei contesti clinici è il training autogeno. Nel prossimo articolo descriverò brevemente quelli che utilizzo nel mio lavoro, e di cui ho fatto direttamente esperienza; prima però vorrei fare una premessa, che spiega il motivo per cui tutte le tecniche di rilassamento partono dalla concentrazione sul respiro. Quando si è ansiosi si tende a respirare con la parte alta del torace e ad aumentare il ritmo respiratorio, provocando nell’organismo uno stato di iperventilazione e, quindi, di diminuzione dell’ossigenazione nel sangue; quest’ultima è responsabile della maggior parte dei sintomi fisiologici e delle sensazioni sgradevoli avvertiti nello stato d’ansia. È utile imparare a praticare la respirazione diaframmatica, cioè quella che scende nell’area addominale. In tal modo si riesce a regolarizzare il ritmo respiratorio e di conseguenza a migliorare l’ossigenazione del sangue, permettendo al corpo di equilibrarsi e rilassarsi. A questo proposito Perls individua due nuclei importanti: eccitazione e carenza di ossigeno. Vengono quindi proposti i concetti di eccitazione ed agitazione, dove per eccitazione non si intende ansia, ma un aumento dell’arousal (battito cardiaco, aumento del respiro, ecc.), e la discussione sull’ansia diventa importante perché apre la porta agli aspetti dinamici delle funzioni dell’organismo. Secondo il padre della Gestalt, infatti, l’ansia è prodotta dall’eccitazione non sostenuta da un giusto apporto di ossigeno che si manifesta nel conflitto tra bisogno di respirare e autocontrollo inibitorio dei movimenti respiratori, che viene anche definita “fame d’ossigeno”. Egli propone di alleviare lo stato d’ansia agendo sul sistema respiratorio: nello stato di eccitazione, o di ansia, il metabolismo dell’ossigeno aumenta, perciò l’aria residua (il resto non esalato) contiene più CO2 del normale. Si deve eliminare questa aria cattiva prima che l’aria fresca possa fare sufficiente contatto con gli alveoli polmonari. Un aumento dell’inalazione è pertanto inutile. La conclusione è evidente: se esalate dapprima quanto più completamente possibile, la successiva inalazione avverrà senza sforzo. Ci sono molte tecniche di lavoro con il respiro. Quando si lavora con il respiro questo stimola un determinato processo corporeo che passa attraverso quattro fasi: la prima è detta dell'incubazione. In questa sono presenti diverse piccole sensazioni come pruriti, punti di calore e piccoli movimenti. La seconda è la fase dei tremori. Normalmente cominciano dalle gambe, dagli occhi o nella mascella e poi si diffondono a tutto il corpo. La terza fase è la più importante ed è quella delle emozioni. Alle volte arrivano molto potenti ed è questo il momento principale del lavoro. Le cose che vengono fuori in questa fase possono riguardare sia l'infanzia del cliente che il momento attuale. La quarta fase è quella dei movimenti più ampi e si verifica quando il processo corporeo va avanti.
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