La corretta trascrizione dell'atto di matrimonio straniero
In occidente è usuale sapere esattamente il nome e il cognome delle persone e seppur a volte esista un secondo nome, ciò non desta dubbi riguardo alla differenza tra il nome e il cognome.
Nella cultura araba, invece, l'intero nome delle persone è composto da quattro nomi: il primo è il nome proprio della persona e gli altri sono rispettivamente i primi nomi degli ascendenti, padre, nonno e bisnonno. Sui documenti ufficiali anagrafici dei Paesi del medio-oriente, non è infatti necessario distinguere il nome dal cognome, ma vengono riportati tutti e quattro come un unico nome, tanto che nei passaporti sono indicati come “full name”.
Ciò vale ovviamente sia per le donne che per gli uomini.
Probabilmente vi starete chiedendo quale sia il problema. Ebbene, in Italia le persone devono essere identificate con nome e cognome e, quindi, è necessario capire come le nostre autorità locali distinguano quali dei quattro nomi corrisponda al nome e quali al cognome.
La necessità di identificare i soggetti con nome e cognome, sovviene in diversi procedimenti:
- nella richiesta di trascrizione dell'atto di matrimonio celebrato all'estero, nella richiesta del visto per poter entrare nel territorio italiano, nella richiesta del primo permesso di soggiorno o della carta di soggiorno (da cui poi verrà generato il codice fiscale e la carta nazionale dei servizi), nella richiesta di iscrizione al registro anagrafico del Comune presso il quale si dimora e nella richiesta del documento di identità.
Vorrei porre l'attenzione del lettore su un punto: l'elenco delle richieste appena indicate non è inserito casualmente.
Infatti, a seguito di un matrimonio celebrato all'estero, qualora il coniuge italiano non abbia fatto esplicita richiesta di trascrizione dell'atto di matrimonio all'Ambasciata italiana situata nel Paese di celebrazione del matrimonio, può chiederne personalmente la trascrizione presso l'ufficio competente del proprio Comune di residenza.
Al momento della richiesta, l'Ufficiale preposto chiederà di distinguere tra i nomi arabi del marito per esempio, il cognome dal nome, affinchè la trascrizione dell'atto di matrimonio sia fatta con l'esatta indicazione del nome e del cognome del coniugi.
Questo passaggio è molto importante, perchè l'errata indicazione del cognome comporta una sbagliata identificazione del coniuge.
Per fare un esempio, prendiamo il nome Karem Ahssan Mahmoud Adel. Qual è il nome e quale il cognome?
La richiesta di trascrizione, considerando Karem Ahssan come nome e gli altri due come cognomi, oppure solo Karem come nome e Ahssan Mahmoud Adel come cognome, darebbe luogo a due persone diverse, con tutto quello che ne consegue per legge.
Poniamo che erroneamente, all'atto della richiesta di trascrizione si sia seguita la seconda opzione appena indicata: l'atto di matrimonio verrà comunque trascritto con conseguente rilascio del certificato dell'atto di matrimonio affinchè ad esempio, il coniuge straniero possa fare richiesta di visto per il regolare ingresso in Italia.
Le competenti autorità italiane presenti sul territorio straniero rilasceranno il visto sulla base del certificato di matrimonio, ma poi che succede?
Come è noto, la normativa italiana impone allo straniero regolarmente presente in Italia di fare richiesta del permesso di soggiorno/carta di soggiorno entro otto giorni dall'ingresso sul territorio nazionale.
Ecco che alle autorità di Polizia di Stato italiane presenti negli uffici di immigrazione, spetta l'identificazione del soggetto straniero, specificando sul permesso di soggiorno il nome ed il cognome.
Ritorniamo al nostro nome d'esempio, Karem Ahssan Mahmoud Adel, per cui le autorità distinguono l'ultimo nome Adel quale cognome, e Karem Ahssan Mahmoud quale nome. Da questa corretta identificazione comporterà la generazione del codice fiscale, in base al quale l'Agenzia delle Entrate potrà emettere la carta nazionale dei servizi.
Una volta ricevuto il permesso o la carta di soggiorno, occorre dichiarare la propria dimora al Comune di residenza. Infatti, l'iscrizione ai registri anagrafici del Comune di residenza può essere chiesta solo in seguito all'ottenimento di un valido permesso di soggiorno. Con la dichiarazione predetta, lo straniero entrerà a far parte dello stato di famiglia del coniuge e sarà da qui che emergeranno le anomalie sull'identità.
Infatti, ricordiamo che l'atto di matrimonio era stato trascritto con Nome: Karem e Cognome: Ahssan Mahmoud Adel, invece la Questura competente ha identificato Nome: Kerem Ahssan Mahmoud e Cognome: Adel.
Nonostante nella complessità i nomi siano identici, la differenza nel considerare il nome e il cognome comporta l'esistenza di due persone diverse nonostante nella realtà ve ne sia una soltanto, e ciò produce delle conseguenze anche legali: innanzitutto il soggetto che ha chiesto la trascrizione risulta sposato con una persona diversa rispetto a quella che ha ottenuto il permesso di soggiorno, con l'inevitabile esclusione dall'asse ereditario e dalla possibilità in futuro di percepire la pensione di reversibilità, ma questo è solo un esempio.
Come risolvere la problematica emersa?
Considerando che per formalità risultano due persone diverse ad aver contratto il matrimonio con la stessa persona, è assolutamente necessario chiedere un'attestazione di identificazione della persona alle autorità consolari del Paese straniero presenti in Italia e di conseguenza chiedere la rettifica sull'atto di trascrizione del matrimonio.
Inutile dire che è, quindi, doveroso prestare la massima attenzione durante le procedure di trascrizione dell'atto di matrimonio, e per l'ottenimento del visto di ingresso nonché del permesso o carta di soggiorno UE.
Per concludere, quindi, sarebbe forse più opportuno farsi assistere da un legale nel procedimento di trascrizione dei matrimoni celebrati all'estero, soprattutto se contratti con una persona proveniente dai Paesi medio orientali, per evitare qualsiasi errore che poi condurrebbe a problematiche legali.
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