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Prevenzione e promozione della salute psicofisica


Prevenzione, promozione della salute e consapevolezza degli stili di vita salutari sono obiettivi non sempre facili da raggiungere quanto necessari
Prevenzione e promozione della salute psicofisica

Fin dalla sua fondazione (1948), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è posta gli obiettivi di contrastare le emergenze e fare il possibile per prevenirle.

Nel tempo la prevenzione è stata distinta in livelli diversi: primaria, secondaria e terziaria, ciascuna con specifici interventi, portati avanti dalle diverse professionalità sanitarie (medici, psicologi, infermieri, ecc.) e con il coinvolgimento di professioni non sanitarie. Un esempio è quello degli insegnanti, come nel caso di bambini e adolescenti con patologie organiche e psichiche. 

Con “La Carta di Ottawa” (1986), l’OMS ha introdotto un nuovo concetto positivo: quello di promozione della salute, inteso come processo che consente alle persone di agire per la propria salute e  migliorarla, riguarda tutta la popolazione e non solo alcuni individui a rischio di specifiche malattie e richiede l’individuazione dei determinanti o cause di salute (Last JM, 1995).

I vari livelli di Prevenzione

La prevenzione si occupa di controllare la diffusione di una determinata patologia, eliminare le malattie, un'infezione, un singolo germe, aumentare la qualità della vita del paziente, favorire il reinserimento familiare, sociale e lavorativo del malato, individuare i fattori esterni come agenti inquinanti e comportamenti a rischio: tabagismo, uso di sostanze tossiche, abuso di alcol, sedentarietà…

Nel corso dei decenni la prevenzione e la sua pratica operativa hanno preso campo, si sono evolute e classificate in livelli diversi.

  1. La prevenzione primaria si attua con l’adozione d’interventi psicoeducativi, programmi di educazione alla salute nelle scuole, acquisizione di stili di vita finalizzati a sostituire comportamenti a rischio con abitudini e abilità necessarie per ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di malattie, infortuni, eventi sfavorevoli.
  2. La prevenzione secondaria cerca d’individuare, con la diagnosi precoce, l’insorgenza di malattie e favorire le probabilità di guarigione. Ad esempio, nei disturbi alimentari una diagnosi precoce aumenta le possibilità di successo.
  3. La prevenzione terziaria ha lo scopo di limitare le “complicanze” della malattia, oramai sviluppata, con specifiche cure farmacologiche, interventi chirurgici, misure assistenziali, riabilitative, supporto psicologico per il reinserimento familiare, sociale e lavorativo e una possibile migliore qualità di vita. Ad esempio, nella patologia dell’endometriosi possono esserci vari interventi, fra cui quello psicologico per potenziare le risorse individuali, di coppia e dell’ambiente e ridurre lo stress che induce questa malattia con i suoi sintomi e limitazioni. (Chiappi, feb. 2022).

La promozione della salute

Nel Glossario pubblicato nel 1998, l’OMS definisce la promozione della salute come “il processo che conferisce alle persone la capacità di aumentare e migliorare il controllo sulla propria salute”.   È un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, la cui attuazione esige non solo consapevolezze e azioni individuali, ma anche processi globali e nei singoli paesi per sostituire alle condizioni sociali, economiche, ambientali sfavorevoli alla salute quelle che la possono incrementare e un rafforzamento complessivo dei singoli individui, dei sistemi familiari e sociali. Ad esempio, l’educazione alle life skills (Chiappi F., nov. 2021) è vista dall’OMS come un fattore di promozione della salute psicofisica della persona, protezione e non solo prevenzione di quei comportamenti che inducono ad agire o subire forme di violenza come il bullismo o la violenza contro le donne (Chiappi F., ott. 2022).

 Gli stili di vita sani

Nella promozione della salute e nella prevenzione acquista un ruolo fondamentale la pratica di stili di vita salutari. Secondo l’OMS  un corretto stile di vita incide fino al 50% sullo stato di salute della persona, il resto può dipendere dall’ambiente, dai fattori ereditari e dall’intervento sanitario.

Fra gli stili di vita ci sono:

  • La pratica fisico/motoria, cioè non solo attività sportive ma anche motorie, quali  camminare, andare in bicicletta, ballare, fare giardinaggio e lavori domestici. Secondo l’OMS l’aumento dei livelli di attività fisica ridurrebbe l’insorgenza e l’impatto delle malattie, prevenendo, nei paesi europei, oltre 10.000 morti premature ogni anno. “L’attività e l’esercizio fisico sono stati riconosciuti come strumenti fondamentali per ridurre l’impatto delle malattie croniche, tra cui l’ansia e la depressione.”(Brioschi S, 2020). Le attività dovrebbero essere praticate con intensità e frequenza diversa a seconda dell’età e delle condizioni fisiche. Ad esempio, per le persone sane dai 15 ai 65 anni sono indicati “almeno 150-300 minuti settimanali di attività fisica aerobica di moderata intensità o 75-150 minuti settimanali di attività fisica aerobica vigorosa, oppure combinazioni equivalenti delle due modalità” (Istituto Superiore di Sanità, 2022.)
  • L’alimentazione varia ed equilibrata è alla base di una vita in salute; un’alimentazione non corretta, invece, incide sul benessere psico-fisico e rappresenta uno dei principali fattori di rischio di malattie croniche. Per la ricerca scientifica la dieta mediterranea ha una funzione preventiva, per vari motivi, fra cui l’apporto di fibre. Sempre in ambito alimentare possiamo includere un corretto uso di sostanze alcoliche e contenenti caffeina.
  • La gestione del distress o stress negativo, che ognuno di noi può vivere, quando avverte uno stato d’impotenza rispetto a esigenze, bisogni, desideri e che, protratto nel tempo, concorre all’insorgenza di varie patologie: cardiovascolari, gastrointestinali, diabete, malattie muscolo-scheletriche (tendinopatie, osteoporosi) e dermatologiche (acne, dermatite, psoriasi), depressione e ansia. Per la gestione positiva dello stress è necessaria un’educazione a riconoscere i vari momenti di stress e a gestirli con strategie di coping, fra cui l’attivazione di momenti di eustress o stress positivo.

Conclusioni

L’introduzione da parte dell’OMS del concetto di prevenzione ha posto l’attenzione sui fattori predisponenti le malattie. Il concetto di promozione della salute ha allargato il campo d’intervento: dall’ambito sanitario con prevenzione dei rischi e terapia sanitaria a quello che coinvolge anche le condizioni predisponenti alla salute. Questo approccio ha introdotto nuovi livelli di complessità e settori di ricerca e ha posto l’esigenza di promuovere l’educazione alla salute: consapevolezza e acquisizione di atteggiamenti e comportamenti determinanti per la salute. Obiettivi che richiedono, necessariamente, una sensibilizzzaione culturale diffusa e una formazione dei quanti possano promuovere stili di vita salutare, fra cui la padronanza delle life skills e la pratica di attività fisiche e  sportive.      

 

Sitografia

Brioschi S. (2020). L’esercizio fisico come alleato contro la depressione. https://www.humanitas-care.it/news/lesercizio-fisico-come-alleato-contro-la-depressione/. (Reperito 2/10/2023).

Chiappi F. (16 ott. 2022. Il contrasto alla violenza di genere.https://www.prontoprofessionista.it/articoli/it-contrasto-alla-violenza-di-geenere.html.

Chiappi F.(18 feb.2022). Endometriosi, la necessità di un supporto psicologico e un approcio multiprofessionale. https://www.prontoprofessionista.it/articoli/endometriosi-e-supporto-psicologico.html.

Chiappi F. (15 nov.2021). Life skills e promozione della salute psicofisica. https://www.prontoprofessionista.it/articoli/life-skills-e-prozione-della-salute-psicofisica.htmt.

Istituto Superiore di Sanità. (2022). Attività fisica. https://www.epicentro.iss.it/attività_fisica.

Last JM (Ed.) (1995). A dictionary of epidemiology 3rd ed. New York. Oxford University Press. Reperito il 10/12/2023).

OMS. (2017). World report on violence and health. (Reperito il 10/09/2023).

 

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