Life skills e promozione della salute psicofisica
Life Skills: ecco di cosa si tratta
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la salute non è solo assenza di malattia ma piuttosto uno stato di benessere fisico, psichico e sociale, da promuovere, conquistare, mantenere con scelte individuali e sociali. Non determinano, infatti, la salute solo fattori genetici e l’età, ma anche le competenze e le scelte personali e l’ambiente con le sue condizioni socio – economiche e culturali.
La scuola è stata individuata dall’OMS come uno dei sistemi fondamentali per la divulgazione della cultura della salute, l’acquisizione di comportamenti consapevoli e lo sviluppo di competenze personali, fra cui le life skills: le abilità necessarie per muoversi nella vita, cercando di raggiungere il proprio benessere possibile e nel rispetto di quello altrui.
Un contributo fondamentale alla definizione delle life skills proviene dalla psicologia, che, grazie a una complessità di approcci teorici e al dialogo con le altre scienze sanitarie e sociali, ha aperto lo sguardo, oltre alla diagnosi delle patologie manifeste e alla loro terapia, alle dinamiche dello sviluppo della persona, della convivenza sociale e alle risorse più o meno nascoste (Strappa V. 2009).
La promozione della salute
Con la Carta di Ottawa del 1986, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito che la salute è contemporaneamente un bene personale e sociale e, pertanto, la responsabilità della sua tutela spetta egualmente al soggetto, alla comunità familiare e alla collettività sociale.
Con la Carta di Ottawa si afferma un’idea di salute, di benessere psico-fisico, secondo cui è fondamentale che ogni individuo sia in grado di attivare le sue risorse fisiche, mentali, psichiche per il suo benessere psico-fisico possibile nel rapporto con se stesso e con gli altri. Per questo motivo diventano fondamentali i processi educativi e formativi funzionali alla promozione della salute, fra cui quelli attivabili con la metodologia delle life skills, come indicano anche la Comunità Europea e i suoi singoli Stati, inclusa l’Italia.
“Che cosa posso fare per stare veramente bene con me stesso/a, con gli altri …?”
È in qualche modo la domanda profonda da costruire dentro di sé e che richiede altrettante risposte realmente efficaci. Tutto ciò, peraltro, come chiaramente indicato dalla Carta di Ottawa, pone la necessità di un training in tal senso per adulti - genitori, insegnanti, educatori - sensibilizzati a comprendere cosa voglia dire educare le nuove generazioni a occuparsi del proprio benessere psico-fisico. Ciò rimanda necessariamente ai necessari finanziamenti per investire in azioni di efficace sensibilizzazione culturale e formazione degli operatori sanitari, docenti, educatori e degli stessi genitori.
Life Skills: definizione
Secondo l’OMS le life skills sono "abilità per un comportamento adattivo e positivo che consente agli individui di trattare efficacemente con le esigenze e le sfide della vita quotidiana.”[1] Sono le abilità necessarie per muoversi nel mondo con consapevolezza di sé e degli altri e per affrontare difficoltà, problemi, divergenze e la cui mancanza è possibile causa, soprattutto fra i giovani, di comportamenti a rischio.
Sono anche una strategia educativa per la consapevolezza, nei giovani e in chi ha un ruolo educativo, della responsabilità individuale e sociale rispetto alla salute psico-fisica. Per questi motivi l’OMS insiste sull’importanza di programmi educativi nella scuola e negli altri ambiti educativi (Organizzazione Mondiale della Sanità, Bollettino “Skills for Life”, n.1, 1992) con docenti ed educatori formati. L’OMS, inoltre, ha verificato, con evidenze scientifiche, che i programmi scolastici, finalizzati all’attivazione delle life skills, riducono i rischi di bullismo e di comportamenti violenti da adulti[2].
Per l’OMS, è necessario promuovere almeno 10 life skill essenziali.
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Gestione delle emozioni
Vuol dire, innanzitutto, apprendere nel corso degli anni ad attribuire un nome alla varietà e sfumatura di nostre e altrui reazioni emotive: dall’entusiasmo alla felicità, dallo stupore alla collera, paura, tristezza, disprezzo. Riconoscerle in sé, ma anche negli altri, non solo attraverso l’ascolto delle parole, ma anche del corpo che comunica. Vuol dire, però, anche imparare a gestirle, anziché esserne gestiti, mediante l’ascolto non enfatizzato e la comprensione di cosa ci dicono, dell’informazione che in qualche modo ci danno sui nostri bisogni, desideri, valori soddisfatti o contraddetti, negati. Operazione complessa quanto necessaria.
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Gestione dello stress
Significa imparare a distinguere quanto nella nostra vita quotidiana ci procura uno stress negativo (distress) da quanto ci suscita stress positivo (eustress), così come individuare quelle che sono le nostre strategie (coping) per ridurre lo stress negativo e i modi, i comportamenti e le azioni che ci consentono di potenziare il nostro stress positivo. Si tratta, dunque, d’imparare a ridurre l’inutile malessere e riconoscere quanto nella vita ci permette di stare veramente bene.
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Autoconsapevolezza
Con questo termine s’indica la progressiva conoscenza di sé: caratteristiche, pensieri, valori di riferimento, gusti, aspirazioni, bisogni, motivazioni, vincoli, debolezze, insofferenze. È memoria affettiva e progetto futuro; è progressivo riconoscimento della complessità delle nostre parti interne, dei propri punti di forza al momento, ma anche di quelli da migliorare. È, una volta acquisita, il nostro “centro di gravità”, necessario per costruire rapporti solidi e armoniosi con noi stessi e con gli altri e per dare consistenza a tutte le altre abilità.
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Empatia
La promozione dell’empatia vuol dire stimolare i ragazzi e le ragazze a fare il più grande viaggio della loro vita: imparare, attraverso l’ascolto, a immedesimarsi negli altri con la testa e con il cuore, senza perdersi in loro o in disorientanti pensieri; imparare a decentrarsi, a uscire dal guscio dell’egocentrismo, a spaziare e trovare fuori ma anche dentro di sé una pluralità di aspetti: sentimenti, punti di vista, preoccupazioni e difficoltà, così come entusiasmi e determinazioni nuove. Un modo per ridurre le tendenze individualistiche e narcisistiche e per predisporre all’incontro con persone diverse.
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Problem Solving
È la capacità di affrontare i problemi in modo costruttivo, confrontandosi attivamente con i problemi e i conflitti, siano essi fra proprie parti interne o relazionali, evitando di lasciarli irrisolti e di accumulare di conseguenza stress mentale e tensioni fisiche inutili. È imparare a portare l’attenzione non solo sui problemi, ma anche su una qualche loro risoluzione e, nel fare questo apprendimento, riuscire a credere nella propria capacità di riuscire a trovare soluzioni alle difficoltà, ai problemi del momento.
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Creatività
È la risorsa personale e necessaria per affrontare i vari aspetti della vita quotidiana con flessibilità e originalità. È apertura al nuovo, disponibilità ad avventurarsi in orizzonti e apprendimenti inediti. È anche la capacità di fidarsi e affidarsi alla propria memoria affettiva, immaginazione, sensitività e intuizione, per ipotizzare risposte più efficaci alle esigenze e ai bisogni quotidiani. È trovare modalità proprie di soluzioni originali e di espressioni di sé. È imparare a farlo anche con gli altri.
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Pensiero Critico
È l’abilità che consente di analizzare esperienze e informazioni in modo obiettivo e quindi elaborare giudizi su di sé e sull'ambiente con autonomia e consapevolezza dei principali errori logici e forme stereotipate di pensiero. Può favorire la promozione della salute, proprio attraverso il progressivo riconoscimento, fuori e dentro di sé, dei fattori che possono condizionare e limitare le proprie idee, le scelte individuali e i comportamenti.
Nelle Linee Guida Nazionali [3] (2015) del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), nelle scuole secondarie di secondo grado, la promozione dello spirito critico rispetto ai ruoli maschili e femminili nei vari ambiti di vita è anche una risorsa fondamentale per la prevenzione della violenza di genere.
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Comunicazione Efficace
È l'abilità di esprimersi in modo chiaro ed efficace, con coerenza e congruenza sia a livello verbale, sia non verbale e in modo adeguato rispetto al contesto relazionale e socio-culturale di riferimento. Significa imparare ad avere consapevolezza delle proprie intenzioni comunicative, saper esprimere punti di vista, bisogni, valori, diritti e sentimenti, ma anche essere in grado di ascoltare, cercando di comprendere gli altri e reagendo di conseguenza.
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Competenza Relazionale
È il sapersi porre nella relazione con gli altri in modo positivo, cercando di interagire in ambito familiare e sociale con l’intento di contribuire a realizzare relazioni costruttive e quindi a promuovere benessere. È la progressiva acquisizione di uno stile relazionale assertivo, centrato sull’espressione di sé e l’ascolto dell’altro, ma anche capace di dare un limite alle aggressività e passività deresponsabilizzanti altrui. È anche la capacità che consente di chiudere le relazioni in maniera costruttiva.
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Decision making (capacità di prendere decisioni)
È la capacità di prendere decisioni in modo costruttivo nei vari momenti della vita, valutando le scelte possibili, elaborando consapevolmente e responsabilmente le varie fasi del processo decisionale, prendendo in considerazione le varie possibilità e valutandone le conseguenze. È imparare a decidere autonomamente, anche se con l’ascolto di opinioni diverse e ad assumersi le conseguenze delle proprie scelte, senza scaricare sugli altri o su di sé le colpe per l’insuccesso, ma piuttosto imparare anche dagli errori per affinare la propria capacità di prendere decisioni.
Bibliografia
- Marmocchi P, Dell’Aglio C. Zannini M. (2004) Educare le Life Skills. Come promuovere le abilità psicosociali e affettive secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Trento: Erickson.
- Strappa V. (2009). Psicologia sociale e promozione della salute. Vol. 1: Fondamenti psicologici e riflessioni critiche. Milano: FrancoAngeli.
[1] World Health Organization. Life skills education for children and adolescents in schools: introduction and guidelines to facilitate the development andimplementation of life skills programmes. Geneva, World Health Organization, 1997. Reperito on line il 18/01/2019 https://apps.who.int/iris/handle/10665/63552.
[2] Preventing violence by developing life skills in children and adolescents. Reperito on line il 18/01/2019 www.who.int/violenceprevention/publications/en/index.html.
[3] Linee Guida Nazionali (art. 1 comma 16 L. 107/2015) Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione. Reperito on line il 16/01/2019 www.miur.gov.it/documents/20182/0/Linee+guida+Comma16+finale.pdf./
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