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Baby Shock. La difficoltà nel passare da due a tre


Il Baby Shock è la crisi silenziosa che molte coppie affrontano nel passaggio da due a tre, quando la nascita di un figlio mette alla prova identità, ruoli e relazioni
Baby Shock. La difficoltà nel passare da due a tre

Il percorso nascita

 

Il percorso nascita dalla gravidanza ai primi mille giorni di vita è una fase straordinaria nella vita di una famiglia: carica di trasformazioni, ricca di possibilità, ma anche segnata da inevitabili fragilità. Questo periodo è stato oggetto di numerosi studi da prospettive diverse: mediche, psicologiche, sociali. Tra le dimensioni esplorate, c’è quella del Baby Shock, concetto introdotto dallo psichiatra francese Bernard Geberowicz.

Con Baby Shock s'intende quella fase di crisi che molte coppie attraversano quando si trovano a trasformare la loro identità relazionale, passando da "noi due" a "noi tre". Una fase in cui la coppia non è solo alle prese con pannolini e notti insonni, ma anche con interrogativi profondi sul senso dell’essere coppia e famiglia.

Cos’è (e cosa non è) il Baby Clash

Il Baby Clash non è la malinconia post-parto, il cosiddetto baby blues, che può comparire nei primi giorni dopo la nascita, durare alcune settimane e, nella maggior parte dei casi, risolversi spontaneamente.
Non è nemmeno la depressione post-partum, un disturbo dell’umore vero e proprio che può insorgere nei mesi successivi al parto e richiedere un supporto specialistico.

Il Baby Clash è qualcosa di diverso. È una crisi di coppia che si manifesta in occasione dell’arrivo di un figlio, ed è legata alla difficoltà, da parte di entrambi i partner, di elaborare e integrare il nuovo assetto affettivo, relazionale ed esistenziale che la genitorialità impone.
È il momento in cui i ruoli cambiano, le aspettative si scontrano, le certezze s’incrinano. Ed è anche il momento in cui, spesso per la prima volta, la coppia è costretta a fare i conti con fragilità personali e dinamiche relazionali mai affrontate prima.

Le prime crepe

Già durante la gravidanza, in particolare dopo la prima ecografia, spesso vissuta come un vero e proprio rito di passaggio, iniziano a emergere segnali di tensione.
La donna può attraversare sbalzi d’umore legati ai cambiamenti ormonali, sentirsi meno attraente, avere timori legati alla carriera e al proprio ruolo nella coppia.
L’uomo, dal canto suo, può sentirsi escluso da un legame che sembra ormai prioritario tra madre e neonato (o anche solo con l’immagine del futuro figlio o figlia), e reagire con distanza, frustrazione o chiusura.

Sono segnali silenziosi, ma potenti: insicurezze, dubbi, paure. E se non vengono riconosciuti e gestiti, possono trasformarsi in un progressivo allontanamento.

Quando il disagio cresce

Il Baby Clash può manifestarsi con una serie di sintomi che toccano sia la dimensione individuale che quella relazionale:

  • un aumento dell’ansia e della tensione,
  • un calo dell’intimità e della sessualità,
  • un senso crescente di distanza emotiva.

In questa fase, anche la capacità di rispondere ai bisogni emotivi del neonato può essere compromessa; un rischio è che il bambino siaa percepito non più solo come “figlio amato”, ma come elemento destabilizzante della relazione.

Prevenire è possibile

Il Baby Clash non è inevitabile, ma è comune. E, soprattutto, può essere prevenuto.
Come? Attraverso percorsi di accompagnamento alla nascita che, oltre a informare e formare alla cura del neonato, aiutino i futuri genitori a comprendere i cambiamenti individuali e relazionali, a sviluppare strumenti di comunicazione, a riconoscere e accettare le fragilità reciproche.

Esperienze già attive in diversi contesti - consultori, gruppi di sostegno, percorsi formativi - dimostrano quanto sia utile coinvolgere non solo madri e padri, ma anche figure come nonni e nonne, che possono rappresentare sia una risorsa fondamentale, sia, se non adeguatamente integrati, una fonte di ulteriore stress e tensioni relazionali.

È importante che queste esperienze inizino già nel periodo della gestazione, per accompagnare la coppia e le famiglie di origine a riconoscere che la nascita di un figlio non è solo una meraviglia da celebrare, ma anche un cambiamento profondo da attraversare consapevolmente.
Comprendere e affrontare questa transizione non solo tutela il benessere della coppia, ma offre al neonato una base sicura su cui crescere.

   

Bibliografia

Geberowicz, B., & Barroux, C. (2009). Baby shock! La coppia alla prova quando nasce un bambino. Milano: De Vecchi.

McHale, J. (2010). La sfida della cogenitorialità. Milano: Raffaello Cortina.

Sarti, P., & Sparnacci, G. (2022). Gravidanza, nascita e infanzia. Come accogliere e prendersi cura di un figlio da zero a sei anni. Firenze: Giunti.

 

 

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