Revisione contabile: risk approach
La revisione contabile del bilancio, così come delineata dai principi internazionali di revisione, è basata su un approccio legato ai rischi della presenza in bilancio di errori significativi (cosiddetto: “Risk Approach”).
La revisione contabile basata su tale approccio, in particolare quella relativa alle imprese di minori dimensioni, si articola su tre distinte fasi:
- quella preliminare inerente l’identificazione e la valutazione dei rischi di errori significativi;
- quella intermedia della risposta del revisore ai rischi identificati e valutati;
- quella finale di reporting, che conduce alla stesura della relazione di revisione contenente il giudizio sul bilancio.
Secondo la guida elaborata dall’IFAC (International Federation of Accountants), la revisione contabile, così come declinata dai principi internazionali di revisione ISA Italia applicabili a partire dal 2015, è basata su un approccio connesso al rischio che il bilancio contenga errori significativi dovuti a frodi o ad eventi non intenzionali (c.d. Risk Approach).
Tale rischio, definito “rischio di revisione”, è costituito da tre diverse componenti, ossia:
- rischio intrinseco;
- rischio di controllo;
- rischio di individuazione.
Il principio di revisione ISA Italia 200 fissa gli obiettivi generali del revisore indipendente individuati:
- nell’acquisizione di una ragionevole sicurezza che il bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali;
- nell’espressione di un giudizio sul bilancio, contenuto nella relazione che lo accompagna.
Lo svolgimento dell’attività di revisione contabile del bilancio è, dunque, caratterizzato dalla ricerca e dall’acquisizione di elementi probativi sufficienti ed appropriati a sostegno della ragionevole sicurezza, raggiunta dal revisore, che il bilancio non sia viziato da errori significativi in grado di influenzare le decisioni economiche prese dagli utilizzatori sulla base del bilancio.
La revisione contabile del bilancio, basata sulla valutazione dei rischi, si articola in fasi diverse e successive, descritte in una specifica guida elaborata dall’IFAC (International Federation of Accountants), organismo deputato all’elaborazione dei principi internazionali di revisione.
La guida, che attualmente costituisce la best practice per lo svolgimento dell’attività di revisione contabile, soprattutto nelle imprese di minori dimensioni, si intitola: “Guida all’utilizzo dei principi di revisione internazionali nella revisione contabile delle piccole e medie imprese”, è liberamente scaricabile dal sito del CNDCEC.
L’obiettivo del revisore è quello di identificare e valutare i rischi di errori significativi, siano essi dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali, a livello di bilancio e di asserzioni, mediante la comprensione dell’impresa e del contesto in cui essa opera, inclusa l’esistenza e il concreto funzionamento del suo sistema di controllo interno (SCI), così da pervenire alla definizione e alla successiva messa in atto delle più appropriate risposte di revisione a fronte dei rischi identificati e valutati di errori significativi.
Una valutazione dei rischi efficace non può prescindere da alcuni aspetti fondamentali, primo fra tutti l’utilizzo del necessario scetticismo professionale nei confronti dei rischi di frode; soprattutto per quanto attiene alla considerazione delle diverse motivazioni che potrebbero indurre il redattore del bilancio ad apportare alterazioni volontarie alla rappresentazione veritiera e corretta richiesta dal Codice Civile.
Relativamente al rischio di frode, inoltre, assume fondamentale importanza l’esperienza ricavabile dalle precedenti revisioni in merito alla propensione dell’organo amministrativo a manipolare i dati di bilancio per il raggiungimento di finalità diverse da (e talvolta incompatibili con) quelle prescritte dalle norme vigenti.
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