La consulenza personalizzata è necessaria
Buongiorno gentilissimo Lettore,
Il nuovo articolo che qui sto approcciando a scrivere deriva da esperienze e comunicazioni con clienti e non solo. Relazioni interpersonali che sempre evidenziano la scarsissima cultura finanziaria, l'elevata paura ad affrontare le novità che volenti o nolenti prendono il sopravvento alimentata ahimè anche dall'enorme incertezza dell'ambiente nel suo complesso non solo finanziario e dai rischi che si incontrano quotidianamente.
Vero, aspetti quelli appena citati che demoralizzano più che stimolano a cercare di cambiare prospettiva per guardare verso le opportunità che comunque ci sono perché di cambiamenti ne abbiamo visti fin dall'inizio della nostra storia personale; basti pensare al primo che tutti abbiamo superato, ovvero l'uscita da quel sacco amniotico che ci alimentava e ci proteggeva e in seguito tutti i successivi con gli eventi vissuti alcuni belli ed altri meno belli talvolta orribili. Ci siete? State seguendo?
Ebbene, un argomento che mi sta a cuore è quello del motivo per cui tutti noi investiamo o vorremmo investire non appena riusciamo, riguarda la risposta all'importante domanda del "Cosa ho fatto? Come ho investito (se si sono fatti investimenti)? Cosa mi ha finora portato l'investimento fatto? Ha rispettato le "promesse" iniziali?"
Siete d'accordo fin qui?
Oserei dire di sì, non avendo detto nulla di fantascientifico.
Entrando nell'argomento del presente articolo, desidero ricordare che la teoria classica del portafoglio afferma che per ottenere maggiori rendimenti attesi dai propri investimenti occorre assumersi maggiori rischi ed è necessario diversificare per ridurre il rischio.
Questi due concetti potrebbero apparire di primo acchito contraddittori: "Diversificando si riduce il rischio ma allora anche il rendimento diminuisce?"
Secondo la teoria del portafoglio, però, le cose funzionano diversamente. Bisogna tenere presente che esistono due concezioni di rischio, il rischio buono ed il rischio cattivo.
Il rischio cattivo, o rischio specifico, è quello dovuto alle caratteristiche del singolo strumento finanziario. Tale rischio non crea rendimenti attesi maggiori e, quindi, deve essere ridotto al massimo mediante la diversificazione.
Il rischio buono, o rischio sistematico, è invece quello che rimane dopo avere diversificato al meglio il proprio portafoglio. Questo rischio ci permette di ottenere nel corso del tempo maggiori rendimenti attesi.
Dunque, la domanda corretta da porre è "Come si fa a diversificare? Ovvero, in che modo si devono inserire nel proprio portafoglio strumenti finanziari che permettono di ridurre il rischio?"
A prima vista, sembrerebbe coerente l'introduzione nel portafoglio del maggior numero di strumenti possibili: più titoli più diversificazione? In realtà questa logica è solo parzialmente corretta. Se veramente si desidera diversificare e attenuare i rischi, si devono inserire nel portafoglio strumenti finanziari che non siano tra loro perfettamente correlati altrimenti si cade nell'errore e relativo rischio di inserire dei doppioni di strumenti che non producono alcun effetto di diversificazione a scapito anche del rendimento atteso.
Una misura statistica per capire se due strumenti sono tra di loro più o meno correlati è l'indice di correlazione. Si tratta di un numero compreso tra -1 e +1. Se due strumenti finanziari hanno tra di loro un coefficiente di correlazione tendente a +1, significa che sono tra di loro molto correlati (inserendoli in un portafoglio questo risulta non diversificato e senza effetti di riduzione del rischio). Se, invece, tali due strumenti hanno coefficiente di correlazione positivo ma limitato allora l'effetto diversificazione inizia ad essere interessante. Ancora meglio se la correlazione tende a zero o è addirittura negativa. L'importante, comunque, è non inserire nel portafoglio strumenti con correlazione +1.
Un'ulteriore attenzione è ricordare che le correlazioni tra strumenti finanziari, mercati, asset class non sono stabili nel tempo. In momenti di elevata volatilità le correlazioni tendono, infatti, ad aumentare (Correlation breakdown). Come si può evitare che tale fenomeno riduca gli effetti della diversificazione proprio nei momenti di crisi? Diversificando in modo più professionale, infatti, un portafoglio che permetta di soddisfare le esigenze di qualunque investitore tra le quali quella del rendimento atteso non è semplice da realizzare con il Fai-da-Te o tramite i pseudo consigli del "cuggino" o dell'amico guru nel trading: attenzione, investire non è un'operazione per la quale "basta un click" e si ottengono guadagni rilevanti come purtroppo troppo spesso e sempre più frequentemente appaiono notizie quali una di qualche mese fa, di qualcuno licenziato dal lavoro che ha guadagnato 50k o più operando online con strumenti finanziari e/o operando con le valute virtuali. Ricordare che non esiste l'Eldorado, non esiste l'assenza del rischio e neppure l'assenza di costi. Di sicuro, tanto più seguite il Fai-da-te tanto maggiori sono costi e rischi in cui incorrerete, e qui è inutile riderci sopra, perché chi ha già sperimentato non ve lo dirà mai che ha perso tutto per non perdere la sua immagine di persona competente nel trading che si è creata che, però, è un'immagine falsa di sola apparenza nel 99,99% dei casi.
Precisando opportunamente quest'ultimo aspetto, è bene evidenziare il fatto che chi non è un medico non può curare, chi non è un decoratore non può fare un lavoro perfetto senza danni e imprevisti che comunque ci sono. L'importanza del professionista del settore. Questi ha anche i mezzi per superare e riparare gli inconvenienti. Mentre un privato che si improvvisa ad esempio, imbianchino, quasi certamente non possiede tutti quegli strumenti e conoscenze tecniche utili a svolgere bene il suo lavoro. È, dunque, il caso di dire: "Riconoscete a Cesare ciò che è di Cesare: ad ognuno il suo settore; ad ogni professionista il riconoscimento della giusta e corretta (dal punto di vista legale e normativo) fattura o parcella. Non ci si improvvisa venditori senza le adeguate competenze e la corretta preparazione."
Per qualsiasi approfondimento e per conoscerci vi invito ad accedere intanto al collegamento che qui condivido con voi cliccando qui e che vi richiederà meno di 1' grazie al quale poi, possiamo contattarci per iniziare una relazione professionale adeguata a costruire un portafoglio di strumenti finanziari che soddisfi le vostre esigenze tra le quali quella soddisfacenti risultati, perché, siate onesti, se non volete guadagnare non fate nulla. Tenete presente che conseguentemente nulla riceverete. Gratuitamente il Consulente Finanziario non lavora. Il Consulente Finanziario non è un Robot di qualche Chatbot e nemmeno è un informatore tecnico-scientifico divulgatore di utili slide e analisi per poi, voi portarvele dove già avete i vostri soldi e dove pagate fior di commissioni a chi non merita alcun guadagno come molti "manichini" in gessato e cravatta con anche distintivo dell'azienda che solo incassa ... mentre il cliente resta con il cerino acceso in mano e basta. A me personalmente, in quanto cliente, il cerino deve essere acceso nel senso di emanare la luce che si espande per trasferire trasparenza, sicurezza, fiducia e rispetto di quanto mi aspetto dal mio investimento, ho reso l'idea?
A presto e non dimenticate di partecipare al collegamento qui sopra condiviso nonché di richiedere la Consulenza Finanziaria* per costruire, dare ulteriore valore ai vostri soldi,
Claudia Angera
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