Alla ricerca del dividendo
La ricerca spasmodica di rendimento continua senza soste, in una situazione di crescenti difficolta’...e criticita’.
Le banche centrali hanno portato negli ultimi anni i rendimenti reali dei bonds sotto lo zero ed i futuri aumenti dei tassi non aiuteranno nel breve a risollevare le sorti dei titoli di stato.
In questo scenario la strategia della ricerca del dividend yield ha pero’ portato buoni frutti.
Gli amanti dello stock picking ricercano in continuazione le aziende con i dividendi piu’ elevati andando, pero’, a trascurare la sostenibilita’ dei dividendi futuri collegata indissolubilmente alla qualita’ dell’azienda che distribuira’ nel tempo gli utili ai suoi azionisti.
Viene quindi in evidenza la necessita’ di una accorta analisi dei fondamentali per poter selezionare i candidati in grado di garantire il successo di una strategia “dividend”.
Uno dei segreti per poter identificare un’azienda di elevata qualita’ e’ quello di puntare su quelle societa’ che negli anni passati hanno mostrato costanza ripetuta nel tempo nella distribuzione dei dividendi, quindi, stabilita’ di questi ultimi e non solo livello del rendimento.
Gli altri filtri qualitativi come il “pay-ou ratio” aiuteranno ad individuare i dividendi attesi che mitigheranno le correzioni rispetto ai classici benchmarks di mercato.
Un po’ come avere un titolo obbligazionario che stacca cedola e che quindi si rende nel tempo meno volatile nel suo complesso rispetto ad un titolo obbligazionario zero coupon.
L’investitore non si deve dimenticare che, da quarant’anni a questa parte, il rendimento da dividendo ha contribuito per circa il 70 % alla performance complessiva (!!!).
Capitalizzare i flussi incassati (reinvestirli) ha quindi un enorme valore nel medio termine, oltre a drawdowns (massime correzioni) inferiori rispetto alla media del mercato, come spieghero’ piu’ avanti.
Le altre qualita’ da prendere in considerazione saranno sicuramente la capacita’ di generare utili, di avere sani bilanci, un buon management, alta profittabilita’, Roe e Roi elevati, importanti cash flows, scarso indebitamento e scarsa leva finanziaria.
E’, quindi, indubbio che aziende di elevata qualita’ evidenzino una crescita di lungo termine anche sotto l’aspetto dei dividendi.
Parlando infine del rischio, le aziende che hanno seguito politiche di “dividend growth” hanno presentato storicamente maximum drawdowns nell’ordine del -30 % medio contro le aziende “no dividend” con misure nell’ordine del - 42 % medio: come dicevo prima, una minore volatilita’ che paga anche nel tempo.
Il mercato del risparmio gestito offre nella categoria dei fondi azionari ottimi esempi di comparti dedicati proprio alla selezione e gestione delle societa’ mondiali che applicano strategie “dividend”, ad accumulazione dei proventi o a distribuzione dei proventi...ed anche questo, nel tempo, come piu’ volte abbiamo visto, potra’ fare la differenza.
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