I pessimisti dovranno forse ancora aspettare...
Tra fine marzo e aprile gli indici azionari americani hanno replicato la correzione di fine gennaio-inizio febbraio, ma i minimi toccati nel primo arretramento dell’anno non sono stati al momento ritoccati. La stagione delle trimestrali prosegue bene, dall’economia americana continuano ad arrivare segnali di forza. La crescita degli utili per azione viaggia poco sotto il 25%, con una proiezione intorno al 20% per i prossimi 3 trimestri, la disoccupazione è ai minimi da quasi 20 anni ma senza segni di surriscaldamento sul fronte dei salari, l’attività manifatturiera è robusta con le imprese che fanno fatica a riempire gli organici, il livello dei consumi resta elevato, così come il sentiment dei consumatori americani.
Il numero uno della Fed Powell marcia tranquillo sul percorso di un quarto di punto ad ogni riunione, il prossimo a giugno dovrebbe portare i Fed Funds in area 2% per arrivare al 2,25% e forse anche 2,5% per fine anno. Le diverse reazioni dei due mercati azionari (America ed Europa) probabilmente riflettono il fatto che il rialzo dei tassi comincia a farsi sentire a Wall Street, mentre l’Europa gode di fattori congiunturali favorevoli, ma con un orizzonte ormai limitato...
Prima o poi una recessione arriverà, e probabilmente partirà dall’America per contagiare poi buona parte del resto del mondo. Tutte le previsioni basate sui diversi indicatori che vanno dalla curva dei tassi americani fino alle stime sul prezzo del petrolio, puntano a una recessione "possibile" solo dopo fine 2019- meta’ 2020...solo stime, ripeto.
Un altro argomento citato da chi avvista/vorrebbe avvistare all’orizzonte una possibile recessione è il prezzo del petrolio, proiettato verso un picco di periodo, che potrebbe essere a 80 dollari il barile. Anche questo, storicamente, è stato un anticipatore di recessione.
La prossima recessione partirà come e’ molto probabile dagli USA, ma l’onda lunga arriverà forse più forte in Europa, perché troverà una banca centrale americana (Fed) con munizioni sufficienti ad abbassare prontamente i tassi (dopo averli rialzati nel 2018-2019) e far ripartire l’economia, mentre i margini di allentamento in Europa e anche in Giappone saranno prossimi allo zero. Comunque gia’ al momento l’aumentato costo del denaro in America sta facendo salire il costo del finanziamento per molte imprese europee, che si finanziano in dollari, ma soprattutto per moltissime imprese (e governi) del resto del mondo, che il debito lo emettono quasi esclusivamente in dollari.
Chi vivra’ vedra’...
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