Investire nell'acqua

Tra gli elementi che ormai da diversi anni (in realta’ lustri se penso ai primissimi fondi "Water"...uno dei primi fu quello della Pictet, sua data di inizio 19.1.2000, che a 10 anni presenta una performance del +128,75%, ed in questo decennio il primo anno fu il 2008, non so se mi spiego...) attirano gli investitori verso questo interessante sottostante (o commodity che dir si voglia) ci stanno i cambiamenti climatici, la crescita della popolazione mondiale, la domanda incessante di acqua e le collegate aspettative di sviluppo delle tecniche di trasformazione di questa sempre piu’ preziosa risorsa naturale.
Inoltre ci si trova contemporaneamente investiti in settori ciclici come gli industriali ed in settori difensivi per antonomasia come le utilities.
I mercati delle economie sviluppate devono ammodernare e sostituire le infrastrutture collegate ed i mercati emergenti devono adottare nuove infrastrutture per il settore idrico.
L’incremento demografico inoltre tendera’ sempre di piu’ ad aumentare lo squilibrio tra domanda ed offerta di acqua potabile, effetto dovuto anche alla crescente urbanizzazione ed ai cambiamenti climatici.
L’acqua potabile e’ davvero ormai da considerarsi risorsa rara, e lo diverra’ sempre piu’.
Solo l’1% dell’acqua della terra puo’ essere utilizzata, il resto e’ acqua salata o localizzata in luoghi difficilmente accessibili.
E’ vero che l’acqua ricopre il 74% della superficie del pianeta, ma purtroppo solo una misurata parte puo’ essere utilizzata dall’uomo.
Il pianeta terra puo’ fornire risorse idriche solo a 500 milioni di persone ed entro pochi anni quasi la meta’ della popolazione mondiale potra’ soffrire di forme di carenza idrica.
Entro 10 anni 3,5 miliardi di persone potrebbero avere problemi di criticita’ idrica, quindi il chiamare l’acqua "oro blu" non sembra tanto un’esagerazione.
Entro il 2050 saremo 9 miliardi, di cui 6 nelle zone urbane ad alta concentrazione nei mercati emergenti.
L’acqua e’ da considerarsi quindi un vero e proprio mega trend, da comprare e lasciar maturare in portafoglio senza stare troppo a preoccuparsi delle alterne fasi dei mercati.
Come investire nel settore idrico?
Ma attraverso forme di risparmio gestito dove il sottostante sara’ rappresentato da molti titoli, con buona diversificazione geografica e settoriale nonostante l’indice/benchmark non sia composto da innumerevoli aziende.
Il 46% dei titoli comunque appartiene al mercato americano, quindi si avvicina alla percentuale Usa presente nell’indice MSCI World (dove pero’ e ‘ ancora superiore).
Ma anche aziende inglesi, francesi, cinesi, ecc...
Ancora meglio sara’ avvicinarsi attraverso un portafoglio che consenta la diversificazione, ma anche la gestione dello stesso attraverso il costante ribilanciamento delle parti componenti il portafoglio stesso (che siano titoli, fondi, etf, ecc...).
"Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non si prosciuga."
(Thomas Fuller)
Articolo del: