E gli investitori stanno a guardare...
Da uno recente studio/sondaggio di Bloomberg-Datastream, nel 2018 le uniche asset classes con segno positivo/non negativo sono state:
- monetario americano;
- obbligazionario governativo americano;
- obbligazionario governativo area euro (non tutto);
- azionario America ed azionario India.
Il 2018, quindi, passerà alla storia come un anno molto negativo per i mercati finanziari, perché mai prima d'ora (dobbiamo risalire al 1965…) così tante asset classes, circa il 95%, avevano mostrato una correlazione così alta in un anno solare.
Tale correlazione ha giocato contro l'investitore, determinando rendimenti negativi. Non c'è stato praticamente nessun rifugio: quasi tutte le asset classes hanno chiuso in perdita.
L’ultimo trimestre 2018 ha poi portato alcuni investitori, forse anche mal consigliati o non consigliati, a liquidare alcune posizioni ottenendo, così, il risultato di magari consolidare minusvalenze e perdere il recupero che sta ad oggi avvenendo su, guarda caso, quasi tutte le asset classes!!!
Le asset classes risalgono e molti investitori stanno a guardare…non è una novità, credetemi…vogliamo parlare poi dei media televisivi che parlano solo di perdite e mai di guadagni? Dove sono oggi i giornalisti televisivi che a novembre/dicembre 2018 avvertivano delle importanti correzioni?
I listini azionari di Usa ed Europa hanno recuperato il terreno perso lo scorso autunno (nessuna notizia in tv...), ma molti investitori hanno così perso il treno del rialzo…evento già successo innumerevoli volte!!!
Le prime sette settimane del 2019 si chiudono con un bilancio positivo per i listini azionari dei paesi industrializzati. Dopo un 2018 molto complicato, Wall Street torna a crescere a due cifre e la rivalutazione degli indici europei è oltre il 10 % pure lei. Il rally non è stato sufficiente a convincere gli investitori retail a tornare sull’azionario e ad abbandonare, almeno in parte, il posizionamento difensivo…quando, magari, si decideranno a farlo saremo vicini ai massimi relativi…altro scenario già visto innumerevoli volte!!!
Sono fuoriusciti 41 mld di usd dai fondi azionari Usa, il deflusso dagli azionari focalizzati sui listini continentali ha raggiunto i 15.000 mln di usd e la fuga dagli azionari globali ha toccato i 10.000 mln di usd….ma chi c’era dietro queste scelte? Il risparmiatore in solitaria o anche un consulente???
Le Borse hanno recuperato il terreno perso lo scorso autunno in tempi molto brevi, ma il movimento non è bastato a vincere le paure degli investitori, sempre più concentrati sull’acquisto di bonds o la concentrazione delle loro liquidità sui conti correnti.
La prova è che i fondi obbligazionari hanno registrato flussi in entrata per 37.000 mln di usd dall’inizio dell’anno!...Evvai di market timing!!!
Nel periodo ottobre-dicembre 2018 sono fuoriusciti 25 mld di usd dai fondi azionari internazionali, 55 mld di usd da quelli focalizzati sui listini usa e 30 mld di usd dai veicoli focalizzati sull’equity area euro-Europa.
Ancora una volta, in una fase caratterizzata da deflussi, l’Europa ha guidato la fuga, altro segno inequivocabile di scarsa educazione finanziaria o poca esperienza dei mercati dell’investitore italo-europeo...(l’investitore d’oltremanica è storicamente più avvezzo alle volatilità dei mercati azionari)….o molto più semplicemente di totale mancanza di pianificazione finanziaria basata su corretti orizzonti temporali rispondenti alle proprie esigenze personali.
Come vedete si torna sempre lì…ecco perché ha un senso una ponderata e corretta profilazione, la definizione delle proprie tolleranze alle volatilità, la definizione dei corretti orizzonti temporali per asset classes/portafogli…insomma, una pianificazione finanziaria personalizzata.
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