Sulla capacita' o meno di sostenere le perdite....
(Teoria del prospetto)
Non tutti i prodotti finanziari possono andare bene a chiunque, lo gridava il buon senso professionale da sempre ed oggi lo grida sempre piu' forte la normativa...
Ci sono le perdite che possono essere considerate fasi naturali dell'investimento (le chiamerei minusvalenze) e quelle che per errori di valutazione e di superficialita' professionale sono meno tollerate dal cliente, ed a ragione.
Nel percorso di anamnesi e' importante preparare il cliente ad una massima correzione sostenibile nel durante. Vanno evitate le sorprese negative che possono generare insoddisfazione, non le correzioni potenziali in se' presentate prima e congrue alla personale profilatura Mifid 2.
Ognuno di noi, consapevole o meno, ha un proprio livello di accettazione alle minusvalenze, io continuo a preferire nel chiamarle cosi.
Perche? Perche' la perdita e' la concretizzazione di una minusvalenza presente che e' solo latente e temporanea, se deriva da normali movimenti fisiologici esplicitati dal consulente in fase preliminare.
Perdita e' un concetto definitivo (no return) che tale non e' se non concretizzata contrattualmente con una vendita della posizione in oggetto.
Non sto certo parlando di investimenti con minusvalenze dell'80% che richiedono un recupero del + 400% (la matematica non e' un'opinione). Quindi, con orizzonti temporali richiesti per davvero pochi...
Ma sto parlando di correzioni congrue con il rapporto rischio/rendimento concordato con il proprio consulente finanziario.
Il grosso del lavoro sara' lavorare sul grado di conoscenza e di consapevolezza di entrambi le parti in causa...show must go on...
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