Far fede ai propri costi sommersi
I costi non recuperabili od inutilmente recuperabili (nel senso che ci sarebbe di meglio da fare) non dovrebbero influire sulle scelte future ed invece lo fanno, eccome se lo fanno!
Molte volte restiamo legati all'investimento passato e lasciamo che questo determini sotto tanti aspetti le nostre azioni future, come per esempio quelle persone che non comprano piu' azionario solo perche magari non gli e' stato spiegato/proposto nella giusta proporzione, caratteristiche e modalita' temporali.
Il passato e' il passato, il denaro e le energie gia' consumate non dovrebbero incidere sul futuro in maniera troppo determinante: cio' che conta (che dovrebbe contare) sono i costi ed i benefici futuri che dovremo affrontare e potremo accumulare.
Invece succede che, per troppo orgoglio, per il timore dell'altrui giudizio, per la ferrea ed autodistruttiva coerenza ad oltranza verso le scelte prese non si cambia investimento anche se non sta rispondendo ai nostri desiderata stabiliti con una corretta pianificazione.
Ecco, questo e' far fede ai propri costi sommersi, e l'esempio piu' eclatante e' banale ma istruttivo (direi anche distruttivo): l'investitore che, magari post suggerimento del guru di turno, media senza fine il prezzo delle azioni Opengate (ricordate?) andando impietosamente a perdere tutti i soldi investiti in quel titolo...si potrebbero fare altri nomi ma il risultato finale e' lo stesso...
Se si fossero azzerati in questi caso i costi sommersi (minusvalenze in carico), l'investitore se ne sarebbe ben guardato nel comprare ex novo un titolo in costante caduta libera...invece...
Bella trappola mentale, no?
Il pensiero che si e' creduto troppo in una cosa e che si e' investito denaro e tempo non ci fa mollare la presa e ci puo' condurre nel gorgo di una spirale rovinosa.
Riconoscere in tempo la trappola mentale dei costi sommersi ci puo' consentire di limitare le perdite e recuperarle in altra maniera, puntando su lidi meno compromessi e piu' affidabili.
Chi se ne importa di voler raggiungere caparbiamente l'obiettivo del recupero (se mai poi potra' accadere...un - 80% richiede un + 400%...) al potenziale costo di aggiuntive e maggiori perdite: accettiamo l'"umiliazione" di dover ammettere di aver sbagliato e guardiamo avanti, senza essere troppo schiavi del passato.
La spirale molte volte e' alimentata da fattori irrazionali e dall'emotivita', dal voler salvare la faccia, minimizzare le perdite, non avere il nostro orgoglio troppo ferito.
Resistere all'impulso del rilancio andando probabilmente ad evitare un danno maggiore, questo solo andrebbe fatto!
Tutte queste avvertenze ovviamente (ma non troppo) non valgono nel caso si vada ad approfittare della volatilita' dei mercati per andare a mediare su comparti di gestito molto diversificati ai quali abbiamo dato ex ante un orizzonte temporale di medio ampio respiro.
Ma di questo ne ho gia' parlato nel mio precedente articolo "Mediare il prezzo di carico".
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