Le gestioni separate
Nel 2017 hanno avuto un rendimento medio annuo lordo del 3% andandosi sicuramente a distinguere in un mondo a tassi zero, e stessa cosa nel 2016, dove i rendimenti medi lordi annui furono del 3,18%.
Sono ancora al momento delle soluzioni molto apprezzate in quanto sono sostanzialmente immunizzate dal rischio rialzo dei tassi che potrà accadere in futuro anche da noi nella Ue come sta iniziando ad accadere oggi negli USA.
Queste gestioni hanno un funzionamento che consiste nel contabilizzare i titoli sottostanti al costo storico e non ai valori di mercato ed inoltre il risultato netto realizzato viene solitamente consolidato ed acquisito dall'assicurato.
Infine, come detto in apertura di articolo, non pagano lo 0,20% annuo, il bollo sugli investimenti.
I rendimenti sopra citati sono al lordo dei costi della compagnia, mediamente dell'1% , e bisogna anche fare attenzione ad eventuali penali di riscatto anticipato che molte compagnie applicano in maniera decrescente nei primi cinque anni.
Sono molto adatte per comporre, insieme ad un portafoglio di fondi unit linked (ramo III) una asset allocation dove parte della componente obbligazionaria e' rappresentata proprio dalla gestione separata con tutte le sue esclusive caratteristiche.
Ricordo che entrambi i rami, I e III sono esenti dalle imposte di successione, impignorabili ed insequestrabili.
Affiancare quindi una componente obbligazionaria rivalutabile stabile (gestione separata) ad una componente (unit linked) obbligazionaria diversificata su altre tipologie di reddito fisso unitamente ad altre asset classes decorrelate il più possibile come gli azionari, i bilanciati, i flessibili, i total return, sempre nell'ottica della corretta pianificazione finanziaria del cliente e del rigoroso rispetto e controllo del suo profilo di rischio.
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