Cambiare si può, sempre!
Inoltre sempre gli italiani dichiarano di non essere in grado di valutare la qualità del servizio che viene loro fornito...
Con l'arrivo della direttiva Mifid II l'aspetto consulenziale verrà sicuramente e maggiormente evidenziato e promosso, ma qui c'è da iniziare un grande lavoro di educazione finanziaria con la propria clientela, e quella potenziale, per offrire una vera consulenza personalizzata in maniera tale che le lacune e le carenze di cui sopra possano venire nel tempo rimediate.
Non sono mai riuscito a capire come si possano spendere giorni e giorni nella scelta di una automobile o delle piastrelle di un bagno e contemporaneamente decidere frettolosamente come allocare i risparmi di una vita, magari delegando totalmente senza capire cosa si stia facendo. Sto parlando di situazioni limite, ma ne esistono e temo non siano ad oggi rare.
Molto probabilmente la responsabilità è' anche degli operatori del settore, alcuni poco formati ed alcuni non particolarmente interessati a far evolvere la cultura finanziaria del proprio cliente, ma temo sia un errore strategico nel lungo termine.
D'altro canto e' indubbio che cambiare intermediario finanziario rappresenti una fonte di stress (ogni cambiamento ci destabilizza nel breve...) analoga ad un trasloco. Non arrivo a fare analogie con il divorzio, non esageriamo.
Eppure molte situazioni di non soddisfazione derivano dalla procrastinazione, e questo succede in tutti i settori della nostra vita, ma il tempo in questo caso ci potrebbe remare contro...
La concorrenza si farà più accesa e le qualità del consulente andranno potenziate, ma il cliente dovrà essere disponibile anche a ricevere sempre un educational advice dal proprio interlocutore in primis per poter decidere meglio e per poter raggiungere nel tempo la propria felicità finanziaria.
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