Cresce la voglia di risparmio gestito...
Ormai i ricordi dei rendimenti a due cifre dei titoli di stato sono lontani e l'immobiliare come investimento e’ oggi piu’ che mai illiquido (e poco performante...il fatto che non sia quotato cela solo tante delle sue inefficienze come bene di investimento...).
Si avvisa anche un progressivo ma inesorabile abbandono del "fai da te" e ci si avvicina sempre di piu’ alla figura del consulente finanziario, nel tentativo ragionato di diversificare e maggiormente ridurre l’esposizione agli inutili rischi.
A dare una spinta alla voglia di risparmio gestito degli italiani sono stati sicuramente anche i pir che permettono alla fine di almeno cinque anni di usufruire della totale esenzione dalla tassazione sulle plusvalenze.
I pir hanno sicuramente spronato l’interesse degli italiani verso l’industria del risparmio, ma non penso sia sufficiente al salto di qualita’ che intendo io.
Lo sforzo che tutto il sistema dovrebbe fare (io nel mio piccolo lo faccio da sempre, tra cui i miei tanti articoli che trovate in questo sito...) e' a monte e si chiama:
educazione finanziaria del cliente.
Il 40% dei cittadini non sa valutare le proprie conoscenze finanziarie, il 50% e’ a disagio con la finanza (disagio???) ed un altro 50% non e’ interessato (!!!).
Inoltre la maggior parte degli italiani non ha nessuno che li aiuta ad effettuare una vera pianificazione finanziaria ed il 40% investe senza comprendere (tutti recenti dati Consob, non me li sono inventati io...)
Senza comprendere? Ma il loro consulente che fa allora?
"Metta una firma qua e poi vediamo cosa succede"?
Proprio questa inconsapevolezza genera attitudini "che mis-informano le scelte finanziarie" (parole del dott. Mario Nava presidente della Consob) "con risultati sub-ottimali" (come minimo direi...!)
Piu’ della meta’ dei risparmiatori ancora non si rivolge ai professionisti dell’investimento/risparmio iscritti all’albo dei consulenti finanziari...
(perche c’e’ un albo...come c'e' un albo degli avvocati o dei medici...)
E’ un gap che andrebbe colmato...in primis nell’interesse della maggior tutela del risparmio e dei risparmiatori con le loro famiglie.
Informarsi su chi affidiamo i nostri averi (societa’ e consulente) potra’ magari farci evitare di delegare certe scelte ad un novizio con pochissima esperienza professionale che magari lavora per una banca in difficolta’ finanziarie(ovviamente estremizzo, ma le due casistiche, magari non insieme, sono gia’ capitate,...altro che,...)
Per la salute ci affidiamo, nel bene e/o nel male, a laureati in medicina magari anche con specializzazioni...e per le nostre finanze ci affidiamo a chi???
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