I costi della liquidità
Sembra, dicono, stia tornando l’inflazione...a modesto parer mio non se ne era mai andata, anche se siamo ancora, qui nell’area euro, in un periodo di tassi prossimi allo zero!
Cosa implica tutto questo?
Che, come già scritto più volte, il pasto gratis non esiste ed anche rimanere liquidi (e ce ne sono tanti che lo sono, anche da molti anni e per cifre enormi…) ha un costo che, protratto nel tempo, ha effetti corrosivi importanti.
Quello che si sta realizzando è un mix particolarmente negativo, dato dal rialzo del prezzo del greggio (storico motore inflattivo) dall’indebolimento della valuta euro e dai tassi ufficiali a zero targati Bce.
La prima stima dell’inflazione italiana a giugno 2018 si attesta all’1,4 %, quindi quest’anno i nostri rendimenti nominali andranno decurtati di tale cifra per poi diventare rendimenti reali...siamo alle solite…l’orientamento al breve termine non porterà, protratto negli anni, a grandi risultati.
Capisco benissimo detenere cifre per uscite programmate…ma il resto?
L’aspetto più penalizzante per i risparmiatori è la politica ultraespansiva della Bce che non toccherà a rialzo i tassi prima della primavera del 2019 (tra un anno circa quindi…).
Questo determina rendimenti sempre più risicati (rendimenti???) sui conti correnti e sui famosi conti deposito che sempre conti correnti sono, in più vincolati per poter ottenere qualcosina in più…
Se vogliamo andare alla pari con l’inflazione neanche un btp 2023 ce la farebbe...(ed il 2023 non mi pare breve termine essendo oggi nel 2018!!!).
Restare liquidi ha un costo e questo deve spingere i risparmiatori a ragionare maggiormente in un’ottica di investimento e di pianificazione di medio lungo termine, non si scappa.
La liquidità è una cosa, l’investimento è un’altra, da sempre, ed oggi con i tassi nulli più che mai.
L’inflazione erode progressivamente i valori dei risparmi se questi non sono tutelati nel tempo (non a uno-due anni…) da rendimenti in grado di stare al passo con l’aumento del costo della vita.
L’altra faccia della medaglia è che qualsiasi forma di investimento espone a dei potenziali rischi di volatilità / minusvalenze temporanee in orizzonti di breve-medio termine.
Arrivo a dire che la migliore soluzione per far rendere la liquidità è ottimizzare la sua quantità detenuta a seconda delle nostre esigenze di budget personale-familiare.
Mi spiego ancora meglio: detenere il giusto quantitativo di liquidità, di riserva (investimenti di max 36 mesi ) di investimento (oltre i 36 mesi) e di previdenza e gestirli e monitorarli nel tempo.
In altre parole, pianificare per se stessi, per il proprio futuro, e così facendo ottimizzare anche i ritorni finanziari che saranno stati costantemente in linea con le nostre esigenze di vita.
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