Concentrarsi sui fondamentali di medio/lungo termine

Ma i dati macroeconomici non sembrano al momento compromessi, anche se la fiducia degli investitori si è leggermente incrinata per almeno quattro motivazioni: tassi di interesse in aumento almeno in America (mr.Powell ne ha minimo altri due di aumenti da effettuare entro quest’anno), inflazione che potrebbe sorprendere al rialzo (sempre al momento solo in America), dazi commerciali dettati da Trump e possibile escalation delle criticita’ in Siria con relativa ed ulteriore ennesima destabilizzazione della zona medio orientale.
Queste ragioni hanno oscurato gli ancora ottimi dati macroeconomici recenti che si mantengono nel territorio della crescita con gli utili aziendali in continuo rialzo (soprattutto, ma non solo, in America grazie anche alle generose politiche fiscali della nuova presidenza).
In territorio equity quindi le quotazioni post correzioni si sono riportate su valori più accettabili ed anche il recente rialzo dei rendimenti obbligazionari ha potuto ricreare un’opportunità tattica sui tassi e quindi su alcune aree del mondo bond.
Le recenti iniziative sui dazi commerciali promosse dall’amministrazione americana risultano in linea con un preciso programma accondiscendente verso gli "hawks" (vedi mio precedente articolo) che circondano mr. President. Ho l’impressione che piu’ di una vera e propria guerra commerciale si voglia attuare un ben definito ed a tavolino riflettuto tatticismo (non sarebbe la prima volta che Trump abbaia ma non morde) in vista di un futuro ed "amichevole" negoziato con la Cina,...ci potrebbe stare.
Quindi al momento poco probabile una vera e propria guerra tariffaria dei dazi ma, eventualmente, nel caso molto meno probabile ma contrario, si potra’ avere un incremento dell’inflazione, quindi esattamente l’opposto del panorama tratteggiato a fine 2017 dove veniva disegnata una crescita stabile e diffusa, un’ inflazione in moderato rialzo con aumento graduale dei tassi di interesse da parte della Fed nel 2018 e, nel 2019, della Bce.
Finisco questo mio breve intervento "panoramico" dicendo che aspettare tutte le condizioni migliori, favorevoli ed ottimali per entrare/partecipare all’investimento azionario in un mondo cosi’ pieno di variabili endogene ed esogene e dati in continuo divenire (di cui una parte volutamente allarmistici) vuol semplicemente dire......non entrarci mai!
Stabilita e misurata nei dettagli la propensione al rischio e gli orizzonti temporali dei diversi obiettivi e susseguenti portafogli andra’ valutata la percentuale di azionario da inserire, la piu’ diversificata e decorrelata possibile con le altre asset classes che compongono il patrimonio mobiliare.
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