Le "NIC"
In altre parole si tratta quindi di paesi ricchi e autonomi dal punto di vista economico, ma in ritardo dal punto di vista della struttura economica stessa rispetto a paesi già sviluppati.
I fattori che hanno portato queste nazioni a una rapida industrializzazione sono di natura sia sociale che economica. In molte NIC si sono verificati sovvertimenti sociali quando le popolazioni, dalle zone rurali, sono migrate verso le città, dove le fabbriche potevano trarre molte migliaia di lavoratori. Il flusso migratorio dei contadini verso le zone industrializzate cittadine ha creato manodopera per il settore manifatturiero.
Altri fattori di sviluppo sono:
incremento dei diritti civili del cittadino;
leaders politici competenti;
trasformazione dell'agricoltura con la spinta del settore secondario;
un sistema economico basato sull'economia di mercato, favorendo il commercio internazionale;
aziende che operano in tutti i continenti;
Forte investimento di capitali provenienti da paesi stranieri;
la leadership politica nella loro zona di influenza;
diminuzione del tasso di povertà.
Tipicamente nei mercati emergenti detta struttura è grezza e necessita di ingenti capitali e investimenti esteri per prendere il via definitivo, è a questo punto che si innestano gli elevati rischi cui si accennava precedentemente: gli investimenti mirano ad avere risultati sul lungo termine in territori dove spesso l'instabilità economico-sociale è all'ordine del giorno e dove quindi i risultati ambiti non sono per nulla garantiti, vedasi l’obbligazionario argentino degli ultimi giorni (maggio 2018).
Le NIC piu’ evidenti in questo periodo sono presenti in America Latina (Brasile, Colombia, Messico e Perù), in Asia (Cina e India) più qualche Paese del Sud Africa. Tra i mercati emergenti, particolare attenzione viene data ai BRIC(S): il riferimento è all'acronimo BRIC inventato da un noto economista di Goldman Sachs, Jim O'Neill, e che si riferisce rispettivamente a Brasile, Russia, India, Cina.
All'iniziale sigla BRIC è stata aggiunta una "s" finale, che sta per Sud Africa. Lo stesso O'Neill ha coniato l'acronimo MINT (Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia), riferendosi a mercati emergenti che si metterebbero in evidenza per l'elevato potenziale di crescita.
Va da sé che queste condizioni economiche sono considerate appetibili dagli stati più ricchi che, attraverso mirati investimenti, tendono anche a imporre spesso e volentieri una propria egemonia politica (vedi Cina nel continente africano).
D'altro lato, capita spesso che nei paesi emergenti vengano emessi titoli di stato, corporate ed high yield ad altissimo rendimento a fronte dell’attenzione ricevuta, in quanto il rischio è comunque più elevato.
Data quest’ultima precisazione, gli strumenti piu’ adeguati per il controllo del rischio potenziale (Var, Maximum Drawdown, ecc,...), per la giusta diversificazione /decorrelazione e per un aggiornato e ponderato bond & stock picking saranno gli strumenti del risparmio gestito, quindi fondi, sicav ed etf.
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