Gli obiettivi dichiarati da un fondo
Qualsiasi fondo comune / Sicav deve necessariamente dichiarare nella nota informativa/scheda prodotto un obiettivo che si da’ la gestione dello stesso, ed anche con quali assets finanziari intende raggiungerlo: significa esplicitare gli strumenti che intende usare il team di gestione (azioni, obbligazioni, derivati, liquidita’, valute, oicr nel caso di fondi di fondi, ecc…).
Non e’ quest’ultimo un dato superfluo: sapere se vengono usati derivati e valute estere senza copertura dal rischio di cambio non sono dettagli risibili, il cliente deve essere informato della cosa.
L’obiettivo dichiarato dal fondo/sicav poi può essere generico oppure dettagliato.
Per esempio un obiettivo generico di investimento di un fondo potrebbe prevedere un obiettivo principale (la conservazione in primis del capitale) ed un obiettivo secondario (rivalutazione del capitale).
E’ abbastanza facile supporre che il sottoscrittore/risparmiatore/investitore preferira’ obiettivi di rendimento più dettagliati in termini numerici, anche se ricordo sempre che sono obiettivi e non impegni contrattuali: piu’ volte ho constatato che per cause anche non dipendenti dall’asset management, ma da fattori esogeni questi obiettivi sono stati disillusi o non raggiunti pienamente.
Si potrebbe avere, per esempio, un fondo comune che dichiara un obiettivo di rendimento di tre punti percentuali in più rispetto al tasso Euribor a 6 mesi: oggi 7 novembre 2018, essendo questo a – 0,258 % il rendimento obiettivo del fondo diventerebbe del + 2,742 % annuo.
Ma anche in questo caso il rendimento obiettivo dichiarato dovra’ essere accompagnato dalla volatilità massima del fondo oppure dal var (trimestrale od annuale) e, dato essenziale per poter pianificare al meglio, l’orizzonte temporale consigliato.
E’ infatti indispensabile associare al rendimento obiettivo (numerico o meno) anche l’arco di tempo suggerito al cliente (per esempio 8 anni di orizzonte temporale consigliato piuttosto che 3, una bella differenza no?) e la volatilità massima del comparto (per esempio un var del 4% trimestrale piuttosto che un var trimestrale del 10%...altra bella differenza...) per conoscere il tipo di movimento di valore che si dovrà consapevolmente accettare su quel tipo di investimento durante il periodo di mantenimento.
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