Azionario Europa vs azionario America

I titoli azionari dell’Europa quotano oggi a sconto di circa il 30% su quelli americani sulla base del rapporto prezzo/utili : si apre quindi un’opportunità per gli investitori di posizionarsi a medio lungo termine in fondi azionari europei ad alto rating.
Gli investitori orientati al lungo termine dovrebbero tenere a mente che lo sconto valutativo dell’europa rispetto agli stati uniti non è al momento giustificato e che un giorno sara’ riassorbito ed è, con buona probabilità, destinato ad avere quindi vita medio breve. Con uno sconto del 30% rispetto all’america l’azionario europa offre un’opportunità per costruire posizioni a lungo termine investendo in comparti gestiti dinamici e testati nel tempo per quel che riguarda il rapporto rischio rendimento ed il rating su piu’ anni.
Lo sconto dei titoli azionari europei rispetto agli omologhi statunitensi e’ valutato sulla base del rapporto prezzo/utili (p/e): il differenziale tra le valutazioni azionarie di Europa e Wall Street è al livello più elevato registrato dal 2003 (quando si attestava addirittura vicino al 40%)...
Le aziende che pubblicano risultati di bilancio superiori alle attese si moltiplicano e ci si aspetta un incremento medio dei profitti del 10-12% nel 2018, dopo che nel 2017 l’aumento era stato del 15 per cento.
Dal punto di vista della politica monetaria, mentre negli Stati Uniti la Federal Reserve sta procedendo sulla strada del graduale aumento dei tassi, la Bce nell’eurozona rimarrà accomodante almeno sino a marzo 2019, stando alle ultime parole del governatore dott. Mario Draghi.
Le aziende che generano liquidità in eccesso in un contesto di bassi tassi d’interesse come quello europeo tenderanno probabilmente a incrementare i dividendi e ad effettuare acquisizioni strategiche, con ricadute positive sui listini del vecchio continente, quindi, nel lungo termine l’appeal dell’azionario europa sembrerebbe davvero concreto e piu’ interessante di quello americano.
Al momento, pero’, molti investitori ritengono che l’europa sia priva di società tecnologiche in rapida crescita, che tenda a risentire del rafforzamento della sua valuta e che rischi di essere diviso da forze populiste-nazionaliste.
Nella tecnologia, non è invece difficile trovare società europee di alta qualità con un solido vantaggio competitivo, inoltre il deprezzamento del biglietto verde rispetto alla moneta unica potrebbe subire uno stop ed un euro più stabile potrebbe contribuire a migliorare le percezioni della solidita’ delle azioni europee.
Il populismo (parola che a me non piace assolutamente perche’ denigratoria ex ante e parecchio superficiale nel giudizio delle forze in campo) spinge purtroppo gli investitori internazionali a restare erroneamente diffidenti sull’Europa. Quest’anno il successo dei partiti come la Lega ed il Movimento 5 stelle era stato in gran parte previsto, (forse non cosi tanto da alcuni...), ma è platealmente improbabile che il governo costituitosi di recente ponga una minaccia all’esistenza dell’euro, come ribadito dallo stesso ministro prof. Savona e dal premier prof.Conte...semmai la nuova compagine governativa vorra’ rivedere, e lo sta gia’ facendo, i rapporti con gli alleati europei e le reciproche responsabilita’ soprattutto in ambito di politica immigratoria.
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